ALESSANDRO CAPORALETTI
Cronaca

Patto Acquaroli-Udc: "Vinciamo le fake news del centrosinistra"

"Cosa farà Dino Latini? Me lo chiedono dal giorno di cinque anni fa in cui fu eletto con l’Udc. E...

"Cosa farà Dino Latini? Me lo chiedono dal giorno di cinque anni fa in cui fu eletto con l’Udc. E...

"Cosa farà Dino Latini? Me lo chiedono dal giorno di cinque anni fa in cui fu eletto con l’Udc. E...

"Cosa farà Dino Latini? Me lo chiedono dal giorno di cinque anni fa in cui fu eletto con l’Udc. E oggi le rispondo: sarà candidato con noi, in pole position, e ne siamo fieri, è il nostro capogruppo. Anzi, le diro di più: alle regionali ci saremo con una nostra lista e il simbolo dello scudo crociato, come nel 2020, e saremo determinanti per la conferma di Francesco Acquaroli, un presidente di grande equilibrio, che si è caratterizzato per l’impegno indefesso nella tutela degli interessi dei marchigiani e delle Marche". Il commissario regionale Antonio Saccone sgombra subito il campo largo da presenze (forse) desiderate, leggasi il presidente del Consiglio regionale dato da alcuni tra gli sherpa del centrosinistra in odor di rotta dopo lo strappo a Osimo e le dimissioni lampo del sindaco Pirani. "Latini – scandisce Saccone – si è dimostrato uno degli uomini più leali nei confronti di Acquaroli e della maggioranza, e ha votato sempre col centrodestra, tranne due volte, quando in Consiglio a Osimo si è trattato di fare passare aumenti di tasse, tradendo le promesse fatte agli elettori. È stata la prima, grande frattura con Pirani, che poi ha ritenuto non ci fossero più le condizioni per andare avanti. Ma non è stato lui, Latini, a rompere il patto".

Osimo e le regionali. Per tenere il punto ieri l’Udc ha riunito lo stato maggiore ad Ancona, in testa il senatore Antonio De Poli, presidente del consiglio nazionale del partito. Per la cronaca e i retroscenisti, Latini c’era, al tavolo dei relatori. E Acquaroli pure, a galvanizzare l’alleato centrista. "Cinque anni complessi, ma anche molto entusiasmanti – ha detto il governatore –. Abbiamo affrontato eventi drammatici (pandemia e alluvione) e costruito tantissimo per riportare la regione a essere forte, autorevole e protagonista. Ma ora dobbiamo vincere la narrazione di chi, dopo avere causato problemi senza una visione per risolverli, cerca di lanciare fake news in serie, per destabilizzare l’opinione pubblica e tornare alla guida delle Marche, a fare ciò che non gli è riuscito in tanti anni". Ogni riferimento a Matteo Ricci e al centrosinistra è puramente casuale. Poi per l’avversario non c’è più nulla.

C’è invece "l’orgoglio per il lavoro fatto in ogni campo (turismo, infrastrutture, economia)", ma anche l’ammissione che "sulla sanità c’è un problema enorme, che stiamo risolvendo, ma non lo abbiamo causato noi". Citofonare sempre a chi c’era prima, parafrasando Acquaroli. Poi l’appello all’unità, al "gioco di squadra per liberare energie creative, imprenditoriali e restituire protagonismo alla regione, è il rilancio che abbiamo progettato e stiamo realizzando. Nessuno è invincibile, ma insieme siamo una grande squadra". "Il bilancio è molto positivo – conviene Saccone –. Siamo stati una forza di equilibrio, responsabile e concreta. Ma è positivo soprattutto rispetto ai temi strategici del governo della regione. Si è fatto tutto quello che si poteva fare". Per dirla con Dino Latini, "in cinque anni di governo la giunta Acquaroli ha affrontato e individuato soluzioni per problemi e grandi questioni che erano sul tappeto, irrisolte, da decenni".

ale. cap.