
I marittimi della marineria di San Benedetto hanno proposto di fermare per un anno la pesca nel mare Adriatico
Niente più pesca per un anno, così da ripopolare l’Adriatico del pesce azzurro che sta progressivamente scomparendo. Ma la soluzione proposta dalla marineria di San Benedetto – una delle maggiori della regione – non è giudicata fattibile dai colleghi marchigiani. Anzi, sostengono, non risolverebbe il periodo di crisi che stanno vivendo gli operatori del mare. Queste, in sintesi, le reazioni alla proposta avanzata dai marittimi del porto di San Benedetto, nel Piceno, che hanno lanciato l’idea di fermare le barche per un anno a patto di un sostegno economico garantito dallo Stato. Una proposta choc, che lascia ben intendere la situazione di profonda crisi vissuta dal comparto della pesca di tutta la regione. "Andiamo in mare e torniamo praticamente a mani vuote – hanno detto i sambenedettesi –. Non si coprono nemmeno i costi del gasolio e anche quando il pesce si trova, spesso non è commerciabile". E dopo l’allarme lanciato da operatori e marittimi, la domanda che ora ci si pone è: sarebbe possibile e utile bloccare la pesca di pesce azzurro nella regione per un anno?
"Siamo davanti a una dichiarazione molto forte, frutto dell’esasperazione di un settore che da anni grida aiuto – dice Paolo Grossi, Flai-Cgil –. Tuttavia, fermarsi per un anno non risolverebbe il problema, che è soprattutto strutturale e ambientale, legato al cambiamento climatico e alle alterazioni delle popolazioni ittiche. Potrebbe senz’altro rappresentare un primo passo per tutelare e sostenere l’attività. Serve però un impegno a livello nazionale, perché non può fermarsi soltanto San Benedetto: è necessaria una risposta strategica e di ampio respiro". A preoccupare è anche il modo di tradurre in pratica la proposta, soprattutto la sua sostenibilità sul piano economico. Si tratterebbe cioè di una situazione in cui lo Stato si fa carico di indennizzi notevoli e prolungati. Per Danilo Santini, segretario generale Fai-Cisl Marche, non è concretizzabile. "Il fermo contribuirebbe al ripopolamento delle acque, ma sarebbe possibile solo con un adeguato sostegno economico da parte dello Stato – osserva –. Una richiesta comprensibile, ma un rimborso per un periodo così lungo non è attualmente previsto, né fattibile". Soprattutto se si considera che già al momento il fermo pesca prevede un rimborso statale "che ogni anno arriva sempre più in ritardo". Dunque, secondo Santini, "proporre una misura di questo tipo e vederla applicata con esattezza e concretezza, senza ricadute sociali ed economiche, è difficile e non concretizzabile nel medio termine". Ciò che manca, al momento, è la fattibilità, come sostiene anche Federpesca.
"La proposta racconta di un settore allo stremo, soprattutto per i piccoli pelagici come acciughe e sardine, un comparto economico molto importante nelle Marche Noi – commenta la direttrice Federpesca, Francesca Biondo – comprendiamo le difficoltà, ma abbiamo forti perplessità: sarebbero necessari indennizzi che al momento né la commissione europea, né il ministero garantiscono. E poi un fermo avrebbe senso solo se fosse condiviso con i Paesi dell’altra sponda dell’Adriatico, quindi Croazia, Albania e Montenegro. Altrimenti si rischia di subire un danno economico senza avere effetti reali sul ripopolamento ittico. La proposta rischia cioè di trasformarsi in un problema maggiore, con imprese che, senza supporto economico, potrebbero non essere più in grado di riprendere l’attività dopo un anno di stop". Stessa opinione anche da parte dell’Organizzazione dei produttori pesce azzurro di Ancona. "Si tratta di una soluzione impraticabile – dice il presidente Andrea Gasparroni –. Fermare le barche significa fermare tutto il comparto, tutte le strutture che dipendono dalla pesca. Sarebbe, a mio dire, quasi impossibile". Si torna perciò a cercare una soluzione, per trovare sollievo in un settore già molto compromesso. Chiude Giuseppe Micucci di Fedagripesca: "Ci sono tanti problemi dovuti soprattutto alle norme iperburocratiche, che infatti stanno già pesando molto su questo settore".