SEBASTIANO VEROLI
Cronaca

Piano regionale dei rifiuti: "Obiettivo stop alle discariche". Il nodo del termovalorizzatore

Nella road map previsto un impianto unico di "chiusura del ciclo" da avviare nel 2030. Ma difficilmente il documento sarà approvato in Consiglio prima della fine della legislatura. .

L’obiettivo del piano regionale dei rifiuti è la progressiva dismissione delle discariche presenti nelle Marche (foto d’archivio)

L’obiettivo del piano regionale dei rifiuti è la progressiva dismissione delle discariche presenti nelle Marche (foto d’archivio)

Riduzione della produzione dei rifiuti, massimizzazione del riciclo, miglioramento della gestione del rifiuto indifferenziato, ottimizzazione gestionale, riduzione dello smaltimento finale, massimizzazione della tutela ambientale, sviluppo della cultura ambientale. Sono gli obiettivi dichiarati nel Piano regionale dei rifiuti che, discusse le osservazioni presentate da 65 soggetti diversi, ora dovrebbe affrontare l’esame del Consiglio regionale, anche se dalle parti della maggioranza trapela che difficilmente si arriverà all’approvazione prima della fine della legislatura. Per raggiungere gli obiettivi si definisce un percorso di transizione, da qui al 2030, che in particolare rimodula in profondità, secondo una logica di accentramento, sia la governance che la nuova impiantistica.

Si manterrà la scala provinciale per la raccolta e il trasporto dei rifiuti (che resteranno a carico degli attuali cinque ambiti), mentre per quel che riguarda gli impianti si passerà a una scala regionale, che punterà su un impianto unico di "chiusura del ciclo", un termovalorizzatore con recupero energetico (o magari un altro genere di tecnologia) per trattare la parte residuale dei rifiuti (quella che non si può recuperare), da avviare nel 2030. Nello stesso tempo è prevista la progressiva dismissione delle varie discariche marchigiane.

L’orizzonte temporale è dato dal periodo 2024-2030: l’ultimo anno è identificato come quello in cui giungeranno al traguardo gli obiettivi di Piano, in particolare con l’avvio del termovalorizzatore, o inceneritore, come più brutalmente lo chiamano i detrattori, con proiezioni preliminari fino al 2035, anno in cui la quantità di rifiuti urbani collocati in discarica dovrà essere ridotta al 10%, o a una percentuale inferiore, del totale in peso dei rifiuti urbani prodotti. A sostegno del termovalorizzatore, indicato come una vera e propria soluzione strutturale nello smaltimento dei rifiuti, il Piano fa notare che attualmente in Europa sono attivi 504 impianti, cui corrisponde una potenzialità complessiva di trattamento di circa 100 milioni di tonnellate annue di rifiuti, mentre in Italia sono attivi 37 impianti per una potenzialità complessiva di circa 6 milioni di tonnellate annue.

La capacità di trattamento del previsto impianto regionale sarà di 370mila tonnellate l’anno: poiché si stima un investimento di circa mille euro per tonnellata di capacità di trattamento, l’investimento stimato è di circa 370 milioni.

Altro aspetto centrale del Piano è quello che conferma un’organizzazione dei servizi di raccolta dei rifiuti basata principalmente sul modello di raccolta intensivo, vale a dire il "porta a porta", integrato dalla possibile implementazione del modello di raccolta stradale ad accesso controllato. Al fine di stimolare ulteriormente il miglioramento della raccolta differenziata, inoltre, dovrà essere promossa l’estensione della tariffazione puntuale, così da raggiungere al 2030 il 100% della popolazione. Prima, però, nel periodo 2024-2029 dovrà essere sviluppata la fase transitoria, cosa tutt’altro che semplice. L’ultimo dato, riferito al 2023, ma più o meno in linea con gli anni precedenti, dice che la produzione di rifiuti urbani nelle Marche (differenziati e indifferenziati) si attesta su 762mila tonnellate, vale a dire 514 chili per abitante l’anno.

Attualmente si contano sette impianti di Trattamento meccanico biologico (Tmb) con una potenzialità complessiva di trattamento pari a 372mila tonnellate l’anno, a fronte di una quantità totale di rifiuti trattati nel 2021 di circa 182mila tonnellate; sei impianti in discarica, con una complessiva capacità di abbancamento – al 31 dicembre 2023 – di 1.716.300 tonnellate, con possibilità di ampliamento per 1.196.000 tonnellate (la discarica di Cingoli non è in funzione); tre impianti di compostaggio della Forsu e verde con una potenzialità autorizzata di trattamento pari complessivamente a 108.500 tonnellate. La raccolta differenziata, è passata dal 47,1% del 2011 a circa il 73% attuale, ma negli ultimi anni la produzione di rifiuti urbani ha registrato una stabilizzazione e l’andamento della percentuale di raccolta differenziata un arresto.

Quanto ai costi gestionali, siamo a 168,3 euro per abitante l’anno, al di sotto della media nazionale (circa il 5% in meno) e della media dell’Italia centrale. Si tratta quindi di un puzzle difficile da comporre. L’aggiornamento del Piano, secondo la giunta regionale, produrrà un sensibile avanzamento verso gli standard già attivi nelle regioni più virtuose, avanzamento peraltro non altrimenti percorribile in quanto attuativo di norme europee e nazionali e di quanto stabilito dal programma nazionale.