
Nel 2024 quasi duecento richieste di indennizzo alla Regione per capi uccisi, il 30% nel Pesarese. Gardoni di Coldiretti: "Vanno individuate zone di pascolo protette per agire in forma preventiva" .
Nelle Marche sono state 199, nel 2024, le denunce per l’uccisione di animali da pascolo a opera di lupi o cani inselvatichiti. L’ultimo caso è stato registrato a Monte Grimano Terme, nel Pesarese, dove gli allevatori hanno rinvenuto due carcasse di giovani vitelli. Con l’arrivo del bel tempo e la ripresa dei pascoli all’aperto si torna a discutere della diffusione del lupo sull’Appennino marchigiano e soprattutto delle conseguenze degli attacchi agli allevamenti. Il periodo più pericoloso per gli animali da reddito, quindi ovini, bovini ed equini, proseguirà fino al termine dell’estate, con una nuova soglia di allarme, poi, da settembre a ottobre. Numeri alla mano, nel 2024 i danni denunciati dagli allevatori marchigiani per la perdita di bestiame a causa di attacchi di lupi o cani randagi ammontano a 109mila euro. Una cifra notevole, specie se confrontata con quelle degli anni precedenti: "solo" 83mila nel 2023, 93mila nel 2022 e 92mila l’anno prima. La zona più colpita è la provincia di Pesaro-Urbino, nello specifico i Comuni di Serra Sant’Abbondio, Pergola e Cantiano. Segue la provincia di Macerata, che comprende il 30% delle domande di indennizzo totali, poi Fermano e Piceno insieme (19%). La provincia di Ancona è l’area meno colpita da attacchi (12%). Quanto alla tipologia di preda, nella maggior parte dei casi si tratta di pecore e capre, anche se sono notevoli i numeri di predazioni di equini e bovini. Di 199 animali uccisi nel 2024, 134 appartenevano alla categoria degli ovicaprini. Per Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche, serve un "piano preventivo in grado di tutelare i nostri allevatori".
Presidente Gardoni, quali sono i rischi per chi pratica l’allevamento all’aperto?
"Oggi il rischio di predazioni per via dell’aumento dei lupi è elevato e questo fa sì che l’allevamento all’aperto sia diventato un’attività con maggiori incognite rispetto al passato. L’alternativa di tenere gli animali in stalla implica costi più lievitati, minore reddito per le imprese e minore benessere animale".
In genere come si verificano gli attacchi?
"Il lupo è un predatore molto intelligente, che caccia in branco. Negli anni, abbiamo registrato intrusioni anche alla presenza di recinzioni alte quasi due metri e attacchi avvenuti anche in presenza di cani da guardia. E non mancano gli attacchi anche agli animali da affezione".
Con quali misure si possono proteggere gli animali?
"Finora reti e cani da guardia hanno risolto solo parzialmente il conflitto tra allevatori e lupi. Anche ultimamente siamo tornati a chiedere l’apertura di nuovi bandi. Ora, però, è tempo di trovare soluzioni. Ma va chiarito un aspetto: la questione è di ambito internazionale e soltanto di recente l’Europa si è mossa per riclassificare il lupo da specie ‘rigorosamente protetta’ a specie ‘protetta’. Questo consentirà agli Stati membri di adottare una maggiore flessibilità nella gestione della popolazione".
Come proponete di gestire la situazione?
"Coldiretti denuncia da anni la situazione e i danni subìti dagli allevatori. In tutte le sedi è stato fatto presente che la popolazione di lupi è cresciuta e oggi la specie non corre più pericolo di estinzione. Secondo una stima dell’Ispra, la popolazione dei lupi in Italia è aumentata, attestandosi intorno a 3.300 esemplari, 950 nelle regioni alpine e quasi 2.400 nel resto della penisola. Ora nelle Marche servirebbe un piano di intervento che individui le zone pascolive protette, per agire in forma preventiva".
In che modo Coldiretti è al fianco degli allevatori?
"Negli anni abbiamo ottenuto diverse misure di sostegno, come finanziamenti al 100% delle spese per acquistare cani da guardia, per il loro mantenimento e per l’acquisto di recinzioni anti lupo per il ricovero notturno del bestiame. Dove c’erano disparità, come nel caso degli indennizzi più bassi nelle aree protette, siamo anche intervenuti per un allineamento dei prezziari".