LUCIA GENTILI
Cronaca

Ucciso da un tumore: "Papà operato in ritardo. Ma gli renderò giustizia"

Un 79enne morto dopo il ricovero nella clinica di neurochirurgia di Torrette. Il figlio: non escludo vie legali. È il reparto del primario indagato per truffa.

Giuseppe Cicconi

Giuseppe Cicconi

TOLENTINO (Macerata) "Una brutta esperienza con la clinica di neurochirurgia dell’ospedale regionale di Torrette. Voglio raccontare la vicenda di mio padre sia per rendere giustizia a lui, che non c’è più, sia per evitare che accada ad altre persone". L’ingegnere di Tolentino, Giuseppe Cicconi, ripercorre gli ultimi mesi della malattia del padre, Rossano Cicconi, professore di lettere in pensione, ricercatore, grande studioso di storia locale e autore di libri che portano alla luce i tesori del territorio, nonché cittadino onorario di Serrapetrona e Caldarola proprio per le sue scoperte e i suoi scritti. Se n’è andato il 4 settembre, a 79 anni, lasciando nel dolore la moglie Maria Antonietta, i due figli Annalisa e Giuseppe, e i nipoti. A giugno il professore, colpito da un tumore al cervello, si trovava all’ospedale di Camerino e da esami e tac era emersa la necessità di un intervento chirurgico. Così era stato portato in visita a Torrette. "Siamo tornati più volte ad Ancona a luglio per gli accertamenti pre-ricovero – spiega il figlio Giuseppe –, ma ci hanno sempre rispediti a casa, perché non c’era un posto a disposizione per ricoverare mio padre. Dicevano che poteva aspettare. E intanto lui peggiorava di giorno in giorno. Sfiniti, ci siamo rivolti al pronto soccorso: era l’unico modo per farlo ricoverare, ci hanno detto. Così è stato, ma in un altro reparto, perché in neurochirurgia non c’era spazio". Lunedì 12 agosto, Rossano Cicconi viene quindi ricoverato tramite il pronto soccorso. "Il 20 agosto mio padre inizia a non parlare più, era in uno stato di semi-incoscienza – prosegue il figlio –, ma in ospedale continuavano a dirci di non avere la sala operatoria disponibile". Lo stesso giorno, Giuseppe Cicconi fa una segnalazione all’Azienda ospedaliero universitaria delle Marche; compila la scheda segnalazione reclami e la invia all’ufficio relazioni con il pubblico, aggiungendo che "esporrà l’accaduto nelle sedi opportune". "Lo stesso personale mi ha consigliato di fare il reclamo per la difficoltà di avere la sala operatoria libera", aggiunge. Tre giorni dopo, il 23 agosto, suo padre finalmente viene sottoposto all’intervento. Il 30 agosto, l’Azienda risponde, proprio tramite il primario della clinica di neurochirurgia oncologica e d’urgenza, il prof Maurizio Iacoangeli, finito in questi giorni al centro della cronaca, perché indagato per truffa aggravata dalla Procura di Ancona. Secondo le accuse (che respinge), il primario avrebbe fatto visite extra e operato suoi pazienti privati in ospedale senza autorizzazione, creando così problemi anche nelle liste d’attesa. Nella risposta Iacoangeli spiegava che l’ufficio aveva svolto un’istruttoria interna dalla quale era emerso che Cicconi era stato sottoposto a intervento, "con la certezza di avere fornito tutta l’assistenza e la cura idonee al caso". Concludeva formulando i migliori auguri per "una pronta e definitiva guarigione". Il 4 settembre, il prof Cicconi ha chiuso per sempre i suoi occhi buoni. "Non posso sapere come sarebbero andate le cose, se anche mio padre fosse stato ricoverato prima – conclude Giuseppe –, ma credo che i rimbalzi continui tra luglio e agosto e i nove giorni di ritardo dell’operazione non abbiano di certo aiutato. Alla fine del mese, ho intenzione di andare dall’avvocato per sapere come posso muovermi. Non escludo di agire per vie legali".