OTTAVIA FIRMANI
Cronaca

Un’estate al mare. Via alla stagione tra buone speranze e problemi (cronici)

Con il ponte del 2 Giugno il primo test per le spiagge marchigiane. Dalla mancanza di personale fino al nodo della direttiva Bolkestein,. Montagnoli (Sib): "Il clima di incertezza frena gli investimenti".

Con il ponte del 2 Giugno il primo test per le spiagge marchigiane. Dalla mancanza di personale fino al nodo della direttiva Bolkestein,. Montagnoli (Sib): "Il clima di incertezza frena gli investimenti".

Con il ponte del 2 Giugno il primo test per le spiagge marchigiane. Dalla mancanza di personale fino al nodo della direttiva Bolkestein,. Montagnoli (Sib): "Il clima di incertezza frena gli investimenti".

La stagione turistica sulla costa marchigiana è ufficialmente partita, tra buone presenze, qualche incertezza iniziale, i cronici problemi di personale (e non solo). Ma il ponte del 2 Giugno, appena trascorso, lascia ben sperare: i numeri sembrano promettere bene, gli chalet e le spiagge sono aperti sotto gli occhi vigili dei bagnini, già al lavoro dal 24 maggio. "Il week-end è stato senz’altro positivo – esulta Romano Montagnoli, presidente regionale del Sindacato italiano dei balneari (Sib) di Confcommercio –. Non dico che ci sia stato il tutto esaurito, ma è stato un bellissimo fine settimana, e quindi guardiamo ai prossimi mesi con speranza". La stagione, però, è partita tardi. "È vero, non c’è stato il volano dei primi due week-end di maggio – ammette Montagnoli –. Noi eravamo già pronti, anche con il salvataggio: dal 24 maggio i bagnini sono a regime, e in alcuni casi anche dal week-end precedente". A fare la differenza, anche in questa fase iniziale, è la tipologia di turismo, molto legata al territorio.

"C’è un turismo fatto da persone che vengono soprattutto dall’entroterra. Questo vale in linea di massima per zone come Porto San Giorgio e Civitanova, meno per località con una maggiore offerta alberghiera, ad esempio Senigallia". E se la stagione sembra essere partita con il piede giusto, gli scogli da superare non mancano di certo: primo tra tutti quello, ormai cronico, della carenza del personale.

"Una mancanza gravissima: non c’è più gente che vuole lavorare, soprattutto se è qualificata", ammette anche Sandro Assenti, imprenditore turistico e presidente di Confesercenti Marche. "Il problema – riprende Montagnoli – è che si tratta di attività stagionali, che quindi possono garantire soltanto tre o al massimo quattro mesi di lavoro, per questo a volte non risultano attrattive. Ecco, i giovani ci sono, ma la burocrazia ci limita moltissimo: servono almeno sedici anni, e poi un minorenne non può nemmeno servire un caffè corretto".

Le difficoltà maggiori si riscontrano in cucina. "Aiuto cuoco e cuoco sono le figure che scarseggiano di più – dice ancora il presidente del Sib –. Persone formate ovviamente ci sono, ma è difficile fare incontrare domanda e offerta di lavoro. Le attività solitamente cercano di tamponare con i giovani, che però non hanno esperienza e devono essere formati sul posto, cosa non sempre fattibile". Altro nodo, apparentemente già sciolto, è quello legato alla sicurezza in mare.

Veniamo al fronte dei bagnini: il servizio di salvataggio è stato attivato in forma associata dal 24 maggio e resterà operativo fino all’8 settembre. "Fino al 6 giugno – specifica Montagnoli –, nei giorni infrasettimanali ci sarà un bagnino ogni 300 metri, poi si passerà a uno ogni 150 metri. Siamo riusciti a partire, ma anche in questo caso è stato difficile trovare personale". La difficoltà, precisa, è stata però superata grazie alla collaborazione tra stabilimenti, Regione e Capitaneria. "Una novità normativa importante riguarda infatti l’uniformità delle date di apertura della stagione balneare su scala nazionale: il ministero ha stabilito una stagione unica, dal 17 maggio fino al 21 settembre. L’anno scorso si prevedeva l’apertura dal primo maggio al 30 settembre. Ora il periodo è diminuito ed è più aderente alle esigenze reali".

Quanto ai prezzi, "non ci saranno grandi rincari", assicurano Montagnoli e Assenti. "Anche se per noi sono aumentati i costi diretti – ammette Assenti –. Il rincaro che subiamo, tra utenze e materie prime, è di circa il 15%". E così turisti e marchigiani che vorranno godersi un po’ di relax sotto all’ombrellone, quest’anno dovranno pagare "da 550 a 750 euro per la stagione intera, da 280 a 350 euro per un mese, da 90 a 120 euro per una settimana e da un minimo di 18 a un massimo di 21 euro per una giornata", stima Montagnoli.

Infine, il grande tema rimasto ancora in sospeso: l’applicazione della direttiva Bolkestein e le aste per le concessioni demaniali, convitato di pietra di ogni stagione turistica. "È una storia lunga, ma al momento siamo in attesa in primis del Decreto ristoro – è sempre Montagnoli –. E poi aspettiamo che i Comuni ricevano delle direttive sui bandi, e che arrivi il nuovo decreto attuativo che fornisca linee di indirizzo su come realizzarli. Un passaggio molto delicato per le amministrazioni comunali, perché dovranno rispondere, in caso di errori, a eventuali azioni legali. Questo stallo crea incertezza e poi frena gli investimenti, ma noi andiamo avanti comunque".