ALFREDO QUARTA
Cronaca

Verso le regionali. Le audizioni di Spacca. Acquaroli c’è, Ricci no

Governatore a confronto con Base Popolare. "Un’ampia convergenza". Il candidato dem non va. "Ma cercheremo un incontro anche con lui" .

L’ex governatore Gian Mario Spacca

L’ex governatore Gian Mario Spacca

Grandi manovre al centro con l’avvicinarsi della tornata elettorale della fine di settembre, per eleggere il nuovo (o riconfermato) presidente della giunta regionale marchigiana. E come la storia politica italiana insegna, dopo la scomparsa della Dc intesa come partito, destra e sinistra hanno sempre guardato a quelli che oggi si chiamano moderati per riuscire a vincere una tornata elettorale. Ed è quello che, puntualmente, si sta verificando nelle Marche. Ieri, in questa ottica, si è svolto l’incontro tra il movimento politico Base Popolare, creatura dell’ex governatore Gian Mario Spacca, nata sulla spinta del Ppe europeo, e il governatore Francesco Acquaroli, che ha accettato di confrontarsi con la direzione di Bp a dispetto del candidato del centrosinistra, Matteo Ricci, che invece ha declinato l’invito.

Un faccia a faccia che ha focalizzato l’attenzione su quelli che per Base Popolare sono punti chiave: la sanità pubblica con il recupero e il rilancio di un sistema sanitario basato su appropriatezza e razionalità, garantendo servizi equi in tutto il territorio regionale, da Ascoli a Pesaro e dalla costa all’entroterra; la manutenzione del territorio con particolare attenzione alle aree dell’entroterra, fondamentali per prevenire emergenze ambientali e valorizzare le risorse locali; lo sviluppo economico e l’occupazione di qualità, promuovendo un’economia che offra prospettive concrete ai giovani, anche attraverso il coinvolgimento delle università nella realtà economica e sociale come veri motori di innovazione.

Ma non solo. Per Base Popolare, sul fronte operativo è anche necessaria una leadership collegiale, rifiutando il modello dell’uomo solo al comando, a favore di una guida condivisa, attraverso la quale il presidente della Regione agisca come coordinatore di una squadra competente e collaborativa. E stando ai primi commenti post incontro, si è "riscontrata un’ampia convergenza non solo su questi punti fondamentali, ma anche su questioni riguardanti ambiente, energia, infrastrutture, cultura e turismo".

Spacca, introducendo l’incontro, ha sottolineato come "attendevamo da tempo questo confronto, grazie ad Acquaroli per avere accettato il nostro invito". E Acquaroli ha parlato soprattutto di sanità, infrastrutture, turismo, transizione energetica, dei successi conseguiti, degli obiettivi da perseguire e dei nodi da sciogliere nei prossimi mesi, come la vicenda Beko e le crisi industriali che hanno colpito diversi distretti regionali. "La cessione di Indesit a Whirlpool e il crac di Banca Marche nel 2016 – ha detto – hanno portato alla cessazione di tantissime imprese nel nostro territorio e hanno inciso in maniera forte nell’andamento della nostra economia negli anni a venire". E ancora: "Rispetto al 2019, il Pil e l’export crescono, la disoccupazione cala e sta crescendo l’occupazione, così come gli investimenti infrastrutturali, le presenze turistiche, la posizione centrale delle Marche nelle dinamiche nazionali e internazionali".

Bene. Si direbbe che a questo punto l’intesa è raggiunta. Non è proprio così. Base Popolare proverà nei prossimi giorni ad avere un confronto anche con Ricci. Di sicuro, però, c’è che entro la metà di maggio l’assemblea regionale del movimento si riunirà e a quel punto voterà da quale parte posizionarsi, svelando anche i candidati pronti a portare acqua al mulino di uno dei due contendenti governatori. Di sicuro, a proposito di centro, Acquaroli parte con le spalle coperte, avendo già in coalizione Forza Italia, Udc, Noi Moderati e Civici. Se poi si aggiunge Base Popolare, il gioco è fatto. Tutte formazioni che in Europa rientrerebbero a pieno titolo in un unico partito, ovvero il Ppe. E chissà che proprio nelle Marche non si possa tentare l’esperienza di un Partito popolare in chiave nazionale.

E Ricci? L’unica esperienza simil centrista potrebbe nascere da una convergenza in un’unica lista di Italia Viva, Socialisti, + Europa e anche il movimento di Michele Caporossi. Ma anche qui non mancano distinguo e paletti in cerca di quello scranno in Consiglio regionale non facile da conquistare. Senza dimenticare che proprio Azione è in piena crisi di identità, con un’area del partito pronta ad andare con Acquaroli e Calenda che potrebbe togliere il simbolo dalla competizione.