Economia Marche: aumenta la richiesta di cassa integrazione

Secondo lo studio della Cgil: i settori in maggiore difficoltà sono quello meccanico, seguito dal calzaturiero

Ancona 14 novembre 2022 - Si accorciano le filiere, calano gli ordini, le bollette energetiche si fanno sentire, ed aumenta la cassa integrazione. In tutta la regione nel corso dei primi 9 mesi dell'anno sono state richieste complessivamente 13 milioni di ore di cassa integrazione. Il comparto produttivo anconetano è quello che ha fatto la richiesta più consistente con 5,5 milioni di ore; segue la provincia di Pesaro e Urbino con 2,6 milioni. Quindi Ascoli e Fermo per un totale di 2 milioni, con all'ultimo posto Macerata con un milione di ore.

Approfondisci:

Occupazione e lavoro nelle Marche, Bankitalia: "Ripresa, ma aumenta l'incertezza"

Occupazione e lavoro nelle Marche, Bankitalia: "Ripresa, ma aumenta l'incertezza"

Su 13 milioni di ore autorizzate la fetta maggiore spetta al comparto industriale che ne assorbe per 10 milioni con il settore delle meccanica in prima fila; segue poi il calzaturiero e quindi il comparto dell'abbigliamento. "Industria e commercio - scrive la Cgil regionale che ha curato questo report su dati Inps - appaiono ad oggi i più in difficoltà e gli unici ad aver avuto un incremento significativo delle ore di Cig rispetto al 2019". Tra le osservazioni di questo studio viene sottolineato il fatto che il fattore Covid ha inciso sul totale delle ore solo per il 14 per cento.

Tra i vari comparti che caratterizzano la Regione, quello del settore-legno arredo è quello che sta soffrendo meno perché nelle classifiche per richiesta di ore di cassa integrazione si trovano al quarto posto dopo meccanica, calzature e abbigliamento. In aumento anche le ore richieste nel settore dell'edilizia mentre per quello che riguarda il terziario il settore del commercio è quello in cui si registrano più ore (439 mila), seguito da dalle agenzie di viaggio, l'immobiliare e quindi alberghi e pubblici esercizi. Secondo Rossella Marinucci , segretaria regionale della Cgil "ci troviamo di fronte ad una situazione straordinaria con le aziende che scelgono di ridurre la produzione a causa dell'aumento dei costi dell'energia, nonostante ordini e commesse".

Aggiunge Giuseppe Santarelli segretario generale della Cgil Marche: "I dati che emergono dicono con chiarezza che l'ondata di crescita economica iniziata nella seconda metà del 2021 si stia esaurendo e che il nostro sistema economico, dentro un contesto generale di recessione, è destinato a subire contraccolpi importanti con effetti pesanti sui lavoratori più fragili ma anche su quelli a tempo indeterminato che saranno costretti a vivere con un importo di cassa integrazione di 900 euro al mese, sempre più inadeguato al costo della vita, oggi condizionato dall'enorme spinta inflattiva". I dati analizzati si fermano a settembre, ma già nel corso di ottobre le richieste di cassa integrazione sono continuate a salire in modo significativo.