Tipicità in missione a Londra. "È una vetrina per le Marche"

L’anteprima della 31esima edizione al ristorante Rossodisera aperto da cinque marchigiani

Tipicità in missione a Londra. "Una vetrina per le Marche". I soci del ristorante marchigiano 'Rossodisera', nel quartiere Hampstead di Londra

Tipicità in missione a Londra. "Una vetrina per le Marche". I soci del ristorante marchigiano 'Rossodisera', nel quartiere Hampstead di Londra

Londra, 1 febbraio 2023 – E se la Brexit fosse un’opportunità? Sono tornati a casa con questo interrogativo gli imprenditori marchigiani che hanno partecipato alla missione di Tipicità a Londra nella giornata di lunedì. Un evento che ha aperto ufficialmente la 31esima edizione del festival, in programma al Fermo Forum dall’11 al 13 marzo. La qualità locale che penetra il mercato internazionale, dove l’enogastronomia fa da apripista ad altri settori con un unico scopo: fare risaltare il made in Marche.

Proprio per questo l’evento clou è andato in scena al "Rossodisera", ad Hampstead, ristorante dove tutto parla marchigiano, dal menù rigorosamente in dialetto ai prodotti, dalle vetrine alla provenienza dei cinque soci, Igor Iacopini, Roberto Traini Giuliani, Nicola Fabrizi, Gabriele Brugnoni e Matteo Lorenzini, nel settore a Londra dal 2006 con un altro locale. Della Brexit come opportunità, provando a dare una narrazione diversa dal solito durante l’incontro mattutino, ha parlato il presidente della Camera di commercio italiana a Londra, Alessandro Belluzzo, perché "ora investe solo chi ci crede davvero, c’è poco spazio per l’improvvisazione e più per la concretezza".

Concretezza che non manca agli imprenditori marchigiani, pronti prima ad ascoltare il "come investire", per poi passare a chiedere "how much", quanto serve in sterline. Ed è questo uno dei primi e forse il principale ostacolo per chi vuole osare, perché da quello che emerge nell’incontro in Princes Street, sede della Camera di commercio, l’impatto iniziale è fondamentale: bisogna farsi conoscere. Ecco allora che il canale preferenzi ale marchigiano, con un ristorante di riferimento, assume i connotati del business, con potenziali serate di traino e partnership.

A collegare i due mondi ci pensa Tipi cità. "Apriamo strade – dice Alberto Monachesi –, poi vanno lastricate". "Queste iniziative fanno uscire le Marche, le illustri sconosciute, dal cono d’ombra – gli fa eco il direttore Angelo Serri –, valorizziamo il saper fare". I requisiti fondamentali restano qualità e unicità. "Sono sempre più richieste – conferma il console generale d’Italia a Londra, Domenico Bellantone –. Tipico deriva dal termine greco ‘typos’, ossia impronta e quindi inimitabile".

Ma un canale marchigiano a Londra strizza ovviamente l’occhio anche al turismo, con un volo diretto da Falconara da sfruttare. "Dobbiamo fare in modo che chi arriva da noi non lo faccia a caso, ma consapevolmente – dice il sindaco di Fermo, Paolo Calcinaro –. Troppe volte sento dire ’non sapevo quanto fosse bella la città’". Scambi turistici, commerciali e anche universitari. Qui però il discorso Brexit riprende il racconto a cui siamo più abituati. "È stato un grosso impoverimento – ammette il rettore dell’Università di Macerata, John McCourt –, perché ha bloccato gli scambi. Noi però stiamo investendo sulle lingue perché sono fondamentali". Ecco lo spirito di questa terra, ingegno e impegno di fronte alle difficoltà. D’altronde, oltre la Manica la qualità italiana è riconosciuta da secoli: basta fa re un giro nella National Gallery, dove la maggior parte delle opere parla la nostra lingua.