Elezioni 2022, eletti Marche: ok Carloni, Latini e Castelli. Resta fuori la Vezzali

Tre assessori regionali entrano in Parlamento. Bene anche la Leonardi I grillini con Fede e Cataldi prendono due seggi. Niente da fare per Lucentini

Ancona, 27 settembre 2022 - Fratelli d’Italia porta a casa cinque eletti, un terzo dei 15 che le Marche hanno mandato a Roma. Tre a testa per Pd e Lega, due per il Movimento Cinque Stelle, uno per Forza Italia e ‘Noi Moderati’. Gli esclusi eccellenti? Valentina Vezzali fa notizia perché è lei, ma la sua era una missione che si annunciava difficile nelle Marche, così come nell’altra circoscrizione in cui era candidata, il Trentino Alto-Adige; Mauro Lucentini fa notizia invece, perché il suo posto da capolista della Lega al Senato era blindatissimo fino a un mese fa, prima cioè della rimonta dei Cinque Stelle, che hanno trasformato la sfida nei plurinominali in una trappola per i salviniani. Ne sa qualcosa Riccardo Augusto Marchetti, commissario regionale del partito, che ha rischiato di restare fuori nonostante fosse capolista nel listino della Camera: solo ieri sera è arrivata la conferma che, salvo sorprese, ce l’ha fatta ad agguantare il sesto posto, l’ultimo disponibile.

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Valentina Vezzali
Valentina Vezzali

I duelli negli uninominali. Come praticamente in tutta Italia, anche nelle Marche il centrodestra ha vinto in scioltezza le sfide con il maggioritario. Alla Camera, Mirco Carloni (Lega) ha staccato di 30mila voti Giordano Masini (+Europa) nel collegio di Pesaro-Urbino; ad Ancona, Stefano Benvenuti Gostoli (Fratelli d’Italia) ha vinto quella che doveva essere la sfida più incerta, superando di oltre 7 punti percentuali Antonio Mastrovincenzo del Pd (38,65% a 31,46%); lo scarto più consistente nel collegio di Macerata, dove l’assessore regionale Giorgia Latini (Lega) ha superato il 49%, lasciando al 23,25% Fulvio Esposito (Pd), ex rettore dell’Università di Camerino (46mila voti di differenza); tutto scontato nel collegio Ascoli-Fermo, dove il commissario regionale di Forza Italia Francesco Battistoni ha portato a casa il 47,66% contro il 23,25% di Meri Marziali (Pd).

Da sinistra: gli assessori Castelli, Carloni e Latini
Da sinistra: gli assessori Castelli, Carloni e Latini

Al Senato, sempre per quanto riguarda gli uninominali, nel collegio Pesaro Urbino-Ancona, Antonio De Poli, presidente dell’Udc, ha tenuto a distanza Marco Bentivogli (Pd e +Europa), distanziato di 12 punti percentuali (41 a 29); a sud (Macerata-Ascoli-Fermo), Elena Leonardi, coordinatrice regionale di Fratelli d’Italia, ha avuto vita facilissima come previsto contro Mirella Gattari (49,03% a 22,57%, 92mila voti di differenza).

I listini. Tra posti blindati che si sono rivelati meno blindati e posti perdenti diventati vincenti, qui la suspense c’è stata fino alla serata di ieri. Alla Camera, non hanno dovuto soffrire Lucia Albano (Fratelli d’Italia) e Irene Manzi (Pd). Qualche fremito in più per Antonio Baldelli (Fratelli d’Italia), un po’ anche per le sue traversie in vecchie elezioni perse nelle più incredibili circostanze: stavolta ce l’ha fatta, ma ha atteso fino all’ultimo l’ufficialità arrivata intorno alle 19. Poi Giorgio Fede, capolista dei Cinque Stelle, il primo a beneficiare della rimonta firmata dall’ex premier Giuseppe Conte. Ce l’ha fatta anche Augusto Curti (Pd), l’ex sindaco di Force che all’epoca delle candidature fu la sorpresa dell’ultimo momento. E infine, come detto, Riccardo Augusto Marchetti, uno di quelli che fino a poco fa sembrava sicuro e che invece è rimasto in bilico per tutta la giornata.

Al Senato, elezione in carrozza per l’assessore regionale Guido Castelli (Fratelli d’Italia) e per il commissario regionale del Pd Alberto Losacco, mentre il terzo posto l’ha strappato l’avvocato ascolano dei Cinque Stelle Roberto Cataldi. Era il posto che, nelle previsioni iniziali, doveva andare al leghista Lucentini.

Non finisce qui, perché tra gli eletti c’è anche un marchigiano in trasferta: Francesco Verducci (Pd), che era stato dirottato in Piemonte proprio a causa delle trattative che portarono alla candidatura di Curti. Ebbene, Verducci aveva avuto rassicurazioni da Letta, ma era immaginabile che la sua elezione sarebbe avvenuta attraverso vie tortuose (con dimissioni di eletti destinati ad altri incarichi, per intenderci), e invece già ieri è arrivata la conferma che il senatore fermano tornerà a Roma. Ma intanto, il Pd ragiona inevitabilmente sul futuro, non solo per il dopo Letta ma anche, nelle Marche, per superare la fase del commissariamento. "Per quanto riguarda il congresso regionale già previsto – ha detto il commissario Alberto Losacco –, cercheremo di agganciarci ai tempi del congresso nazionale". E lì si cercherà di aprire una nuova fase, anche se nel Pd non tira certo aria di pacificazione.