Elezioni comunali 2021, dove e come si vota nelle Marche

Urne aperte dalle 7 alle 23 di domenica 3 ottobre e dalle 7 alle 15 di lunedì 4 ottobre: ecco le sfide più attese e la guida al voto

Elezioni comunali 2021 nelle Marche: al voto 28 Comuni. La guida

Elezioni comunali 2021 nelle Marche: al voto 28 Comuni. La guida

Ancona, 30 settembre 2021 -  Sono 28 i Comuni marchigiani in cui si voterà il 3 e 4 ottobre per scegliere i nuovi sindaci e i consigli comunali. Saranno 180.056 i marchigiani chiamati alle urne (si voterà dalle 7 alle 23 e lunedì 4 ottobre dalle 7 alle 15) con due soli Comuni che superano i 15 mila abitanti e potrebbero anche finire al ballottaggio (fissato il 17 e 18 ottobre), visto che è previsto il doppio turno: San Benedetto del Tronto e Castelfidardo. Nessun capoluogo provinciale andrà nelle Marche al voto.

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Elezioni comunali 2021 nelle Marche: al voto 28 Comuni. La guida
Elezioni comunali 2021 nelle Marche: al voto 28 Comuni. La guida

A San Benedetto del Tronto, che con i suoi 40.522 elettori è il Comune più grande alle urne, si presenteranno cinque candidati a sindaco. Oltre all’uscente Pasqualino Piunti, sostenuto dal centrodestra unito. Diviso in 4 invece il centro sinistra, che paga soprattutto la sconfitta alle regionali e la scelta del Pd di rimanere nel pantano. Sono scesi in campo Aurora Bottiglieri con il supporto del centrosinistra e in particolare del Pd; Paolo Canducci, che gode dell’appoggio tra gli altri del Psi e di Azione; Serafino Angelini del M5s e Antonio Spazzafumo che gode anche del sostegno di Italia Viva.

Se San Benedetto del Tronto con i suoi 40.522 elettori è la piazza più importante di questa tornata elettorale nelle Marche, dove peraltro è saltato il tentativo, sponsorizzato dal responsabile nazionale dei sindaci Matteo Ricci, di candidare la presidente di Legambiente Francesca Pulcini insieme all’M5S, la vittoria di un anno fa alle elezioni regionali e la crisi totale del Pd, hanno dato spinta e sostanza al centro destra. Puntando forte nella riconferma, ad esempio, del sindaco uscente di Mondolfo (11.735), Nicola Barbieri, che si è ripresentato con la lista civica Farcittà.

Rinuncia alla settima candidatura da sindaco, ad esempio, Remigio Ceroni di Rapagnano (2044 abitanti), già parlamentare di Forza Italia e per un periodo coordinatore regionale del partito. Al suo posto ci sarà la figlia Emanuela Ceroni.

Particolare invece la sfida di Castelfidardo, dove si ripresenta il sindaco uscente dei 5 Stelle Robeto Ascani, appoggiato anche da una lista civica, trovandosi di fronte il centro destra con Gabriella Turchetti appoggiata da Lega e Fratelli d’Italia e Marco Tiranti appoggiato dal centro sinistra con il Pd e tre liste civiche.

Al voto in provincia di Ancona anche i Comuni di Camerano (7.213 abitanti), Cupramontana (4.836) e Santa Maria Nuova (4.199).

In quella di Ascoli Piceno i Comuni di Acquasanta Terme (3.050), Arquata del Tronto (1.287), Montegallo (573) e soprattutto Force (1.428) dove il vice sindaco Amedeo Lupi subentrerà nella candidatura del sindaco uscente Augusto Curti, possibile futuro segretario regionale del Pd.

Curiosa la situazione fermana, dove a Montegranaro si è decisa la crisi ed il commissariamento del Comune il giorno dopo dei risultati delle regionali. Con il centro destra che ha voluto candidare il vice sindaco uscente Endrio Ubaldi, che ha al suo fianco l’intero centro destra: Lega, Fratelli d’Italia, Udc, Forza Italia. Al voto anche Ortezzano (791 abitanti), Monte San Pietrangeli (2.547), Petritoli (2.440), Rapagnano (2.044).

Nel maceratese si vota a Porto Recanati (11.495), Bolognola (161), Castelraimondo (4.741), Esanatoglia (2.147), Morrovalle (10.287), Muccia (929) e soprattutto a San Severino Marche (13.018).

Mentre in provincia di Pesaro e Urbino la particolarità è tutta concentrata su due Comuni. In particolare Fossombrone e Colli al Metauro, nato dalla fusione di tre Comuni e lasciato senza sindaco per le dimissioni dell’attuale assessore regionale Stefano Aguzzi, già in precedenza sindaco di Fano per due legislature. Anche qui gli intrecci tra voto regionale e candidature comunali sono sicuramente importanti.

Ma la novità riguarda maggiormente Fossombrone (9.858 abitanti), che pare voler uscire da una crisi profonda, incrementata dagli ultimi 5 anni della giunta del Movimento 5 Stelle guidata da Gabriele Bonci. Il sindaco uscente non si è ricandidato e con lui non c’è nemmeno M5S, in lizza una lista civica creata da parte dei 5 Stelle. C’è invece la forte candidatura civica dell’imprenditore Massimo Berloni, fondatore della griffe Dondap, che si candiderà con una lista a suo nome, di cui fanno parte candidati del centro sinistra come Michele Chiarabilli e del centro destra come Maurizio Mezzanotti. Creando così una spaccatura sia nel centro sinistra (Uniti per Fossombrone senza Pd con Rifondazione) che nel centro destra (Prima Fossombrone, senza la Lega che ha scelto l’adesione civica a Berloni). La quarta lista è un’altra civica che ha come candidata a sindaco l’assessore uscente dei 5 Stelle, Gloria Mei.

In provincia di Pesaro e Urbino si vota anche a Colli al Metauro (12.166 abitanti), Fermignano (8.615), Gradara (4.758), Mercatino Conca (1.108), Mondavio (3.929).

Chi vota

Hanno diritto di voto i cittadini italiani iscritti nelle liste elettorali che hanno compiuto il 18° anno di età entro il 3 ottobre 2021. L'elettore deve presentarsi al seggio con un documento di identità valido e la tessera elettorale. Chi non ha la tessera o l'ha smarrita può richiederla all'ufficio elettorale del comune di residenza.

Elezioni amministrative: come si vota nei Comuni sopra i 15mila abitanti

La scheda è di colore azzurro e porta i nomi e i cognomi dei candidati alla carica di sindaco e, sotto ciascuno di essi, il simbolo o i simboli delle liste che lo appoggiano. Queste sono le possibilità di voto: si può tracciare un segno solo sul simbolo di una lista, assegnando in tal modo la propria preferenza alla lista contrassegnata e al candidato sindaco da quest'ultima appoggiato; si può tracciare un segno sul simbolo di una lista, tracciando contestualmente un segno sul nome di un candidato sindaco non collegato alla lista votata (voto disgiunto); si può tracciare un segno solo sul nome del candidato sindaco, votando così solo per il candidato Sindaco e non per la lista o le liste a quest'ultimo collegate; si può tracciare un segno sia sul candidato sindaco che su una delle liste collegate al medesimo candidato sindaco, assegnando in tal modo la propria preferenza alla lista contrassegnata e al candidato sindaco da quest'ultima appoggiato. Ogni elettore può altresì esprimere, nelle apposite righe affiancate al simbolo della lista, uno o due voti di preferenza, scrivendo il cognome di non più di due candidati compresi nella lista da lui votata. Nel caso di espressione di due preferenze, esse devono riguardare candidati di sesso diverso della stessa lista, pena l'annullamento della seconda preferenza.

È eletto sindaco al primo turno il candidato che ottiene la maggioranza assoluta dei voti validi (almeno il 50% più uno). Qualora nessun candidato raggiunga tale soglia si tornerà a votare il 17 e il 18 ottobre per scegliere tra i due candidati che al primo turno hanno ottenuto il maggior numero di voti (ballottaggio).

Al secondo turno viene eletto sindaco il candidato che ottiene il maggior numero di voti.

Elezioni amministrative: come si vota nei comuni sotto i 15mila abitanti

Si vota con una sola scheda per eleggere sia il sindaco che i consiglieri comunali. Sulla scheda è già stampato il nome del candidato sindaco, con accanto il contrassegno dell'unica lista che lo appoggia.

Il voto si esprime tracciando un segno sul contrassegno della lista o sul nominativo del candidato sindaco.

Non è possibile votare per un candidato alla carica di sindaco diverso da quello collegato alla lista. I voti conseguiti dal candidato alla carica di sindaco sono attribuiti alla lista ad esso collegata.

Per i comuni inferiori ai 5.000 abitanti si può esprimere la preferenza per un candidato al consiglio comunale, scrivendo il cognome nella apposita riga affiancata al simbolo della lista.

Per i comuni compresi tra 5.000 e 15.000, si possono esprimere una o due preferenze per i candidati al consiglio comunale. Nel caso siano due, esse devono riguardare candidati di sesso diverso della stessa lista, pena l'annullamento della seconda preferenza.

Viene eletto sindaco il candidato che ottiene il maggior numero di voti.

In caso di parità di voti tra due candidati si tornerà a votare per questi ultimi il 17 e 18 ottobre (ballottaggio). Anche in questo caso risulterà eletto chi dei due avrà ottenuto più voti. In caso di ulteriore parità viene dichiarato eletto il più anziano.

Una volta eletto il sindaco viene anche definito il consiglio: alla lista che appoggia il sindaco eletto andranno i 2/3 dei seggi disponibili, mentre i restanti seggi saranno distribuiti proporzionalmente tra le altre liste. 

Le misure anti Covid

Per accedere ai seggi è obbligatorio l'uso della mascherina da parte di tutti gli elettori e di ogni altro soggetto avente diritto all'accesso (scrutatori e rappresentanti di lista). La mascherina può essere rimossa solo limitatamente al tempo occorrente per il riconoscimento dell’elettore al seggio. Al momento dell'accesso nel seggio, l'elettore dovrà procedere alla igienizzazione delle mani con gel idroalcolico messo a disposizione in prossimità della porta. Quindi l'elettore, dopo essersi avvicinato ai componenti del seggio per l'identificazione e prima di ricevere la scheda e la matita, provvederà a igienizzare nuovamente le mani. Completate le operazioni di voto, è consigliata una ulteriore detersione delle mani prima di lasciare il seggio.