Marche in zona gialla: c'è la conferma. Ma l'indice Rt sale a 0.81

Il rischio epidemiologico resta moderato, la curva non flette più. E gli esperti avvertono: "Dovremo stare molto attenti ai segnali di risalita". Acquaroli: "Massima attenzione"

Marche in zona gialla: ristoranti aperti

Marche in zona gialla: ristoranti aperti

Ancona, 30 aprile 2021 - “Il ministro Speranza mi ha confermato che anche la prossima settimana la nostra regione resterà in zona giall". Lo annuncia su Facebook il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli. “Mi raccomando la massima attenzione”, aggiunge il governatore. La colorazione in giallo viene confermata dal Governo con un Rt attorno allo 0.81 (in crescita rispetto allo 0.69 della settimana scorsa). Secondo il monitoraggio dell'Istituto Superiore di Sanità, il rischio epidemiologico resta moderato. La curva del contagio non flette più: la stabilità è ormai acquisita ma non basta a chi segue i numeri epidemiologici per dire che la curva può ancora migliorare. L’Osservatorio della Regione Marche si gode i risultati raggiunti e fa capire che questo stop non è automaticamente collegabile alle limitate aperture già effettuate.

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Forse sul risultato ha pesato di più il brutto tempo degli ultimi dieci giorni ma è altrettanto evidente che non si può sperare che le cose vadano totalmente in positivo come l’anno scorso. L’estate con il caldo arriverà ma bisogna sperare che lo faccia presto per avere gli stessi risultati sociali: "Nelle ultime due settimane – sottolineano gli esperti – la flessione della curva non si registra più. Siamo al plateau. I dati dei contagi sono più o meno gli stessi. Ma dovremo stare molto attenti ai segnali di risalita".

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Il virus è però diverso; corre molto e più velocemente. Le varianti lo hanno cambiato e così fare i raffronti con la fine della prima ondata serve a poco. Soprattutto sono cambiate le condizioni di partenza. Il vaccino ha messo in sicurezza molti degli anziani e dei più fragili. Tutto ciò porta a ridurre il peso sugli ospedali e sulle terapie intensive. Ma ora il virus è endemico e corre con gli uomini che si muovono di più: le fasce d’annata che vanno dai venti ai sessanta anni dovranno affrontare la malattia direttamente. Il che vorrà dire un numero minore di casi da ospedalizzare e un minore numero di vittime.

I contagi rimangono invece stabili con un’incidenza media marchigiana di 126 casi su centomila abitanti. Un’incidenza che da diverse settimane vede la provincia di Pesaro e Urbino sopra la media, insieme ad Ascoli Piceno. E se Pesaro è da sempre un territorio particolare per il virus, la reazione di Ascoli Piceno, arrivata molto dopo Fermo e Macerata, ha sorpreso maggiormente. D’altra parte le microzone rosse/arancione rafforzato indicate dalla Regione hanno confermato questa tendenza con un distretto di Pesaro e Urbino ancora con una tendenza al contagio troppo elevata (i Comuni di Vallefoglia e Montelabbate sono in rosso/arancione rafforzato) rispetto alla media provinciale.

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La scelta del presidente Francesco Acquaroli è stata più volte contestata dai Comuni coinvolti. Con tanto di numerosissimi accessi agli atti per capire come si arriva a superare la soglia di allarme prevista, conferme indirette che gli enti locali territoriali non gradiscono l’iniziativa della Regione che però non vuole sbagliare ancora come ha fatto con la variante inglese.

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