
Il governatore delle Marche, Francesco Acquaroli, nella conferenza stampa organizzata con l’Ordine dei giornalisti
Ancona, 31 dicembre 2024 – Il guanto di sfida è stato lanciato. “Elezioni? Siamo pronti”, l’avvertimento del governatore delle Marche, Francesco Acquaroli. “Racconteremo la verità e non faremo propaganda. Chi si confronterà con me dovrà spiegare i tagli che sono stati fatti e che paghiamo ancora sui territori – il riferimento alla sanità –. I numeri dicono che stiamo migliorando, seppure in un sistema complesso. Chi ci sfiderà porti i dati dei cinque anni precedenti al nostro mandato, tolto il Pnrr, e li paragoniamo”.
Non c’è ancora certezza sulla data delle elezioni regionali, ma il messaggio del presidente, esponente di Fratelli d’Italia, al centrosinistra è apparso chiaro, ieri, in occasione della conferenza di fine anno. Che è servita sì, per tracciare un bilancio di un 2024 che ha permesso “alla regione di diventare protagonista”, ma anche per proiettarsi nel futuro.
Quello prossimo vedrà, tra le altre, la sfida del rinnovo del governo di Palazzo Raffaello. Eppure il mantra che Acquaroli va ripetendo da mesi non cambia: “Continuiamo a lavorare per i marchigiani”.
Proprio per quello, nell’appuntamento promosso in tandem dall’Ordine dei giornalisti, ha spiegato che se “il 2023 e i precedenti anni erano stati quelli delle riforme”, quello che si chiude oggi e il 2025 “serviranno proprio ad attuare quelle grandi riforme”. In testa quella della sanità. Non si è nascosto, Acquaroli. “Ci sono criticità, come in tutta Italia – ha ammesso –, e stiamo cercando di affrontarle. Avevamo la necessità di ricostruirla e di riequilibrare i servizi nei territori”.
Prima di ricordare gli investimenti nell’edilizia ospedaliera, piuttosto che nella formazione dei nuovi medici, la conferma del piazzamento della regione tra le prime cinque per l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza e di Torrette, per il terzo anno di fila, come migliore ospedale pubblico del Paese. Senza trascurare la ribalta internazionale avuta con il G7 Salute di Ancona. Non l’unica: l’altra, straordinaria, quella di Pesaro capitale della cultura.
Primo aspetto toccato nella lunga relazione. E pensare che proprio da Pesaro potrebbe provenire il candidato in pectore del centrosinistra, l’ex sindaco ed eurodeputato dem Matteo Ricci. In cima all’agenda anche le infrastrutture, “un pilastro per lo sviluppo”.
Grande attenzione all’intermodalità tra porto, aeroporto e interporto, protagonisti di importanti investimenti. Il 2025 vedrà l’avvento di Amazon a Jesi. Sul fronte portuale, invece, il futuro consegnerà il traguardo storico della Banchina Marche, la cosiddetta Penisola.
C’è poi il Sanzio, in cui saranno potenziate le rotte, specie quelle della continuità territoriale. “E intanto continuiamo a ottenere numeri da record – l’orgoglio di Acquaroli –. Così anche nel turismo”.
E sulla (discussa) Agenzia deputata anche all’Internazionalizzazione ha spiegato: “L’Atim è una grande opportunità e i dati turistici in crescita lo confermano. Ma sono deluso, perché a questo punto avrebbe dovuto essere più strutturata”. Ha però gonfiato il petto parlando della “visione politica” con la quale “stiamo mostrando ai cittadini l’efficacia delle nostre azioni”.
Una su tutte, per lui, “i risultati lusinghieri per l’impiego dei fondi europei”, prerogativa necessaria per uscire dallo status di “regione in transizione, nel quale siamo scivolati negli anni passati”.
Il tutto in un contesto segnato dalla gestione delle emergenze, tra ricostruzione post sisma e alluvioni, e da profonde crisi industriali, si pensi alle vertenze “per le quali il governo ci è stato sempre vicino”.
E sul lavoro bisognerà difendere “la nostra manifattura”, pilastro dell’economia. “Imprese? Con noi un saldo positivo rispetto al quinquennio precedente”, è la sintesi di Acquaroli.