Truffa schema Ponzi: nelle Marche rubati 6 milioni a 170 persone

Sono state denunciate 10 persone, tra le quali un uomo di Fabriano residente in Svizzera: promettevano grandi guadagni millantando investimenti in lingotti d'oro e in piante di Paulonia

Guardia di Finanza

Guardia di Finanza

Ancona, 20 gennaio 2021 - La guardia di finanza ha scoperto una truffa da 6 milioni di euro nei confronti di 170 persone e denunciato 10 persone, tra le quali un uomo di Fabriano residente in Svizzera e attualmente in carcere per altri reati, per l'esercizio abusivo dell'attività di intermediazione finanziaria. L'inchiesta, denominata 'Alchimista' è iniziata dopo il controllo effettuato dalle fiamme gialle di Ponte Chiasso sul fabrianese, dal quale è emerso che aveva 375 rapporti bancari detenuti in Italia, Regno Unito, Austria ed Emirati Arabi. Secondo gli inquirenti, avrebbe messo in piedi un'organizzazione propria, avvalendosi di strutture imprenditoriali in Italia e in Svizzera e di un'articolata rete di collaboratori sul territorio nazionale, che avevano il compito di raccogliere rilevanti somme di denaro presso risparmiatori, che venivano attratti con la promessa di facili guadagni, versando una somma di ingresso.

Truffa dell'oro ad Ancona: in centinaia nella rete

Lo schema utilizzato era quello delle vendite piramidali, chiamato in gergo 'Ponzi', dove chi è al vertice della piramide vende ad altri soggetti la possibilità di entrare ai livelli sottostanti, promettendo grandi guadagni in cambio del pagamento di una quota d'ingresso. Dopo aver pagato l'accesso alla struttura, a loro volta queste persone ne introdurranno altre, per rientrare nell'investimento, e così via. Dall'inchiesta sarebbe emerso che i risparmiatori venivano attratti nella rete degli organizzatori della frode millantando degli investimenti in lingotti d'oro o, a seconda delle somme da investire disponibili, in piante di Paulonia, vegetale di pregio di origine orientale il cui legno viene utilizzato nell'edilizia e nell'industria del mobile. Le persone interessate all'affare venivano invitate in Svizzera, presso un ufficio dove veniva mostrato un caveau con cassette di sicurezza che custodivano un certo quantitativo di lingotti d'oro, in modo da rendere più credibile la redditività dell'investimento. La vista dell'oro rassicurava il cliente, che veniva indotto a investire oltre la soglia di ingresso di 10 mila euro per il metallo prezioso e 7.500 lotti di alberi di Paulonia. 

Lingotti e piante che in realtà, come avrebbero scoperto i finanzieri, sarebbero restati investimenti solo sulla carta. Una volta versata la quota d'ingresso, la vittima desinata era spinta a invitare nuovi clienti nel sistema e, per ogni persona portata all'organizzazione, riceveva in premio una somma variabile in percentuale. L'organizzazione, dopo aver riconosciuto delle commissioni a chi aveva introdotto nuovi investitori nel sistema, raggiunto un certo volume di denaro toglieva ingenti importi dalla redistribuzione dei 'premi', intascandoli.

Le indagini hanno permesso di individuare 170 persone vittime della truffa a partire dal 2015 e residenti nelle province di Ancona, Fermo e Macerata: casalinghe, pensionati, dipendenti pubblici, professionisti, che in alcuni casi hanno perso somme fino a 100 mila euro. L'autorità giudiziaria di Ancona ha emesso 10 avvisi di conclusione indagini nei confronti dell'organizzatore della frode e dei suoi collaboratori. Gli indagati dovranno rispondere a vario titolo di reati che vanno dalla truffa, all'appropriazione indebita, autoriciclaggio e abusiva attivita' finanziaria, con l'aggravante della transnazionalità.