Ucraina, nelle Marche non ci sono ancora profughi, "ma siamo pronti"

A disposizione il Covid hotel di Porto San'Elpidio. Il vicepresidente Carloni: "Riflessi drammatici per l'economia"

Profughi ucraini

Profughi ucraini

Ancona, 2 marzo 2022 - "Non ci sono profughi in arrivo verso le Marche ma qualora arrivassero tramite corridoi umanitari o altre iniziative, faremo quanto è dovuto". A margine di una conferenza stampa ad Ancona, l'assessore regionale alla Protezione civile Stefano Aguzzi risponde così alle domande sulla possibilità che le Marche ospitino profughi in arrivo dall'Ucraina. "Sono due giorni che seguiamo attivamente la situazione profughi", premette Aguzzi. "Ci sono stati due incontri tra le Regioni e il dipartimento nazionale della Protezione civile. Ce ne sarà un altro stasera e domattina incontrerò le Prefetture marchigiane. Ciò che emerge è che ad oggi non ci sono profughi in arrivo verso le Marche".

Chi sta entrando in Italia attraverso il Veneto e il Friuli Venezia Giulia - circa 2.000 persone - "lo sta facendo con mezzi propri sapendo già dove andare perché magari ha già qui parenti o amici. Lo scrupolo che in quelle realtà hanno è di verificare se queste persone sono vaccinate". Nel caso in cui però dovessero aprirsi dei corridoi umanitari le Marche sono pronte a fare la propria parte. "Se dovessero arrivare profughi, tramite corridoi umanitari o altre iniziative, noi, al pari delle altre Regioni, faremo quanto è dovuto per alleviare le sofferenze di queste persone e accoglierle al meglio", assicura Aguzzi. "Anche perché non si tratterebbe di persone che vogliono rimanere in Italia ma persone che, finito il periodo emergenziale, vorranno rientrare nei loro luoghi d'origine". Potenzialmente c'è un Covid hotel a Porto Sant'Elpidio "contrattualizzato e a nostra disposizione fino a fine marzo. Ad oggi però non c'è questo tipo di richiesta e magari non ci sarà neanche".

Per quanto riguarda le raccolte di fondi e beni da inviare in Ucraina, Aguzzi puntualizza che al momento non ci sono iniziative coordinate dalla Protezione civile. "Per quanto riguarda le iniziative di singole associazioni sono tutte meritevoli ma ad oggi non c'è una richiesta di questo genere - conclude Aguzzi - A meno che queste associazioni, come ogni tanto capita, abbiano un rapporto diretto a cui inviare questo materiale". Spesso, dice l'assessore, "capita che raccolgano materiale meritoriamente poi chiamano i sindaci che a loro volta sentono la Protezione civile regionale che li invita a metterli nel magazzino perché ad oggi non c'è nessun canale di invio di materiale in quelle zone. Quello che abbiamo fatto è allertare l'Asur per verificare se c'è una serie di medicinali disponibili".

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Economia Marche, si temono "riflessi drammatici"

Sostegni economici alle imprese e ricerca di nuovi mercati per l'export marchigiano. Sono alcune delle soluzioni emerse oggi al tavolo convocato dalla Regione e dalla Camera di Commercio delle Marche, con associazioni e imprenditori, per fronteggiare le ripercussioni che le sanzioni imposte alla Russia, in seguito all'aggressione all'Ucraina, potrebbero determinare all'economia marchigiana. Nel 2020 le Marche hanno esportato in Russia merci per un valore di oltre 274 milioni di euro. "Lo scenario che abbiamo di fronte è drammaticamente preoccupante e in continua evoluzione - spiega il governatore Francesco Acquaroli - Certamente non è rassicurante per le nostre imprese marchigiane che sui mercati dell'est europeo avevano costruito negli anni rapporti consolidati. Oggi è tutto diverso e su questa nuova configurazione stiamo lavorando: nell'immediato per dare risposte insieme al Governo nazionale a quelle che sono le emergenze di carattere economico e in prospettiva per andare a conoscere nuovi mercati e cogliere nuove opportunità". Molte imprese si ritrovano con la merce ordinata pronta da spedire in Russia ma ferma oppure con altri ordini già in produzione che non potranno essere consegnati e con i pagamenti bloccati. "Il nostro primo pensiero va alle vittime e alla popolazione ucraina che sta subendo questa aggressione - aggiunge il vicepresidente della Regione, con delega allo Sviluppo economico, Mirco Carloni - abbiamo parlato dei riflessi di questa guerra sulla nostra economia regionale che purtroppo rischiano di essere drammatici. Alcune nostre imprese hanno una forte propensione per i mercati russi e anche per quello ucraino e in generale per l'area asiatica. Quanto sta accadendo rischia di creare una incertezza molto pesante per molti produttori soprattutto del settore fashion, moda e scarpe".

In videoconferenza questa mattina erano collegati una cinquantina di imprenditori oltre ai rappresentanti di tutte le categorie economiche. "Abbiamo convocato questo tavolo per decidere insieme delle strategie - aggiunge Carloni - Abbiamo già in mente alcune idee che percorreremo rapidamente senza perdere tempo cercando di creare, se possibile, un sollievo a queste eventuali perdite di fatturato delle nostre aziende". Nel 2020 le Marche hanno esportato verso la Russia principalmente prodotti del settore calzaturiero per un valore di oltre 91 milioni di euro (33,3% sul totale dell'export marchigiano verso la Russia). Queste esportazioni rappresentano il 27,2% di quanto esportato dall'Italia in questo settore verso Mosca. Il settore degli apparecchi elettrici rappresenta il 14,8% del totale dell'export Marche verso la Russia, la meccanica il 13,5% e il mobile il 9,8%. "Due sono le strade da percorrere in contemporanea - premette il presidente della Cciaa Marche Gino Sabatini - aprire nuovi mercati per le nostre esportazioni e trovare velocemente risorse (non esclusa la cassa integrazione straordinaria) che siano sostegno concreto per gli imprenditori. E penso a quelli del distretto fermano - maceratese della calzatura, della pelletteria e della moda. Dobbiamo moltiplicare gli sforzi verso altre soluzioni da mettere a punto velocemente con la Regione e il supporto di Ice".