Vaccino Covid bambini "adesso ci siamo". La Regione Marche mette a punto la campagna

L’assessore Saltamartini fa il punto dopo che il ministero ha emanato la circolare. Ma nelle Marche diversi aspetti sono da definre

Filippo Saltamartini, assessore regionale alla Sanità

Filippo Saltamartini, assessore regionale alla Sanità

Ancona, 9 dicembre 2021 - È stata emanata nella tarda serata dell’altro ieri dal Ministero della Sanità la circolare per la vaccinazione dei bambini tra 5 e 11 anni con una dose ridotta (un terzo del dosaggio autorizzato per adulti e adolescenti) e con formulazione specifica.

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La vaccinazione avverrà con due dosi, a tre settimane di distanza. Lo ha reso noto ieri mattina l’assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini. Anche nelle Marche potrebbero quindi cominciare presto la prenotazione e la somministrazione del vaccino ai bambini, ma, si apprende da fonti della Regione, sulle tempistiche ci sono ancora dettagli da definire. Nello stesso tempo, fa sapere Saltamartini, il commissario Figliuolo ha accordato la prosecuzione del servizio per 41 medici vaccinatori, i cui contratti si erano esauriti a ottobre. Da lunedì della prossima settimana l’Agenzia interinale che si occupa del reclutamento dei medici, potrà mettere a disposizione del Servizio Sanitario Regionale queste importantissime risorse. In questo modo – spiega l’assessore – potranno essere attenuati i disagi e le code che si sono verificate nei giorni precedenti davanti ai punti vaccinali". Saltamartini sottolinea l’importanza della prenotazione "per permettere alle Aziende l’organizzazione ottimale, anche se l’accesso è consentito anche ai non prenotati". Inoltre, spiega, "rispetto ai mesi precedenti, quando la maggior parte delle risorse professionali della sanità erano impiegate nella vaccinazione e nel contact tracing, in questa fase si cerca di portare avanti anche le attività preventive e cliniche per moltissime patologie molto gravi come i tumori". Saltamartini sorta a mettersi "nei panni di molte persone affette da malattie croniche o gravissime in cui si rischia la vita per valutare che oltre alla vaccinazione (e all’esigenza di eliminare le file) esistono i diritti degli ammalati".

Infine, ma "non per ultimo, nel raccomandare a tutti l’importanza della vaccinazione, si rinnova la sollecitazione a valutare, nel caso di sintomi iniziali da Covid 19, la possibilità di cura con gli anticorpi monoclonali. La procedura è semplice – rileva –: il medico di medicina generale o gli Usca devono valutare la condizione clinica della persona e sottoporre la valutazione dell’impiego degli anticorpi monoclonali agli specialisti presenti negli ospedali. L’infusione si pratica seduti in ospedale, mediante la somministrazione di 100 ml di soluzione. In tutti i casi trattati, anche di persone immunodepresse come i trapiantati, gli anticorpi hanno garantito la guarigione – sottolinea Saltamartini –. La cura non può sostituire la profilassi che si consegue con la vaccinazione, seppur non ne costituisca il presupposto".