Forlì, 21 maggio 2025 – Nuovo incubo alluvione a Forlì nella serata di ieri: strade allagate, canali colmi, acqua in garage, cantine. E mentre sul territorio si contano i danni, la Protezione Civile ha diramato una nuova allerta gialla per temporali e vento sull’Emilia-Romagna.
A spiegare cosa è accaduto e perché non è stato possibile prevedere l’evento con maggiore precisione è Pierluigi Randi, tecnico meteorologo certificato e meteorologo Ampro (Associazione meteo professionisti), che analizza le criticità legate a fenomeni temporaleschi così intensi e localizzati.
Randi, che cosa è successo a Forlì?
“Nella serata di martedì Forlì è stata colpita da un evento temporalesco eccezionale. Le precipitazioni sono state molto irregolari sul territorio, come spesso accade durante i temporali, ma in alcune zone si sono registrati accumuli estremamente elevati: fino a 74 millimetri in tre ore, con un picco di 66,6 millimetri concentrati in un’ora, tra le 22 e le 23. Per dare un termine di paragone, nel mese di maggio a Forlì si attendono normalmente circa 50 millimetri di pioggia totali: qui, in un’ora, è caduta più pioggia dell’intera media mensile. Si è trattato di un evento estremo, al di sopra delle soglie di riferimento per i cosiddetti ‘tempi di ritorno’ di cento anni”.
Quali sono state le zone più colpite?
“L’area maggiormente interessata è quella compresa tra Forlì e il confine sud della provincia di Ravenna. San Pietro in Vincoli, ad esempio, ha registrato 78,6 millimetri di pioggia. Nelle frazioni di San Zaccaria e Gambellara si sono avuti accumuli compresi tra i 50 e i 60 millimetri. Fuori da quest’area circoscritta, la situazione è apparsa molto diversa: a Ravenna città si sono registrati 25 millimetri, a Faenza una ventina, valori che non presentano nulla di anomalo. Questo dimostra come l’evento sia stato molto localizzato ma al tempo stesso violentissimo”.

Perché non era stato previsto?
“Va detto innanzitutto che un’alta probabilità di temporali era stata effettivamente segnalata proprio tra il Ravennate e il Forlivese. Alcuni modelli numerici mostravano chiaramente la possibilità di temporali anche di forte intensità proprio su quell’area, forse con una lieve tendenza a localizzarli più verso la zona ravennate, ma comunque il segnale c’era. L’evento, quindi, non è arrivato del tutto inaspettato. Quello che invece ha superato le attese sono stati i quantitativi di pioggia caduti in pochissimo tempo, che si sono rivelati ben più alti rispetto a quelli previsti dai modelli. I temporali localizzati, come quello che ha colpito Forlì, sono tra i fenomeni più difficili da prevedere con precisione. Il sistema che si è sviluppato ieri è nato sull’Appennino a causa dell’arrivo in quota di un vortice di aria fredda, in contrasto con l’aria calda e umida preesistente. Nei giorni precedenti, le temperature erano state elevate, con punte di 27-28 gradi. Il contrasto termico ha favorito la formazione di celle temporalesche. Quando il sistema è sceso verso la pianura, ha incontrato una massa d’aria particolarmente calda e molto umida, alimentata da una debole ventilazione da est, che ha rafforzato ulteriormente il fenomeno”.
Perché Forlì è finita di nuovo sott’acqua?
“Forlì è già stata colpita da eventi simili, come quello del 26 giugno scorso, con una settantina di millimetri in tre ore. Si tratta di alluvioni urbane, dove la pioggia cade in quantità tali da superare la capacità della rete scolante. È come versare una bottiglia d’acqua in un bicchiere: il sistema non riesce a reggere simili volumi. Queste piogge colpiscono il tessuto urbano in modo violento ma temporaneo, e non sempre coinvolgono i rilievi o i bacini fluviali principali, che in effetti sono rimasti tranquilli”.
Cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi giorni?
“Direi che questa fase volge al termine: restano gli ultimi rovesci, qualche pioggia e, in alcuni casi, anche temporali tra il Ferrarese e il Ravennate, soprattutto nella parte settentrionale. Tuttavia, già nel pomeriggio – o al più tardi in serata – la situazione dovrebbe concludersi. Ne usciremo, ma la guarigione è ancora lontana: un nuovo vortice di aria fredda si sta staccando dal Nord Europa e, tra domani e venerdì, tornerà a interessare soprattutto le regioni settentrionali, portando una nuova fase instabile. Questo significa che, dopo una breve pausa tra il pomeriggio di domani e la giornata di venerdì, potremmo avere ancora piogge e temporali, anche di forte intensità. Si tratterà però di fenomeni sparsi, irregolarmente distribuiti su tutta la regione: in prevalenza sui rilievi, ma non si escludono eventi di pioggia localmente consistenti anche in pianura. In seguito, ci sarà un miglioramento. Il fine settimana non si preannuncia male, tutto sommato, ma anche la prossima settimana potrebbe essere a tratti ancora instabile. Un miglioramento più duraturo, che dia qualche garanzia di stabilità, lo potremo avere solo negli ultimissimi giorni del mese o a partire da giugno”.
Questo tipo di eventi diventerà più frequente in futuro?
“I dati recenti ci indicano che sì, fenomeni simili stanno diventando più frequenti e intensi. Nel 2023 e 2024 abbiamo avuto diversi casi: Lugo e Bagnacavallo il 14 e 15 maggio, Rimini il 3 agosto, Ravenna il 19 ottobre. Ogni volta che si verificano condizioni instabili, i temporali tendono a essere più forti di quanto lo fossero in passato. Questo è legato anche al riscaldamento della superficie marina e dell’atmosfera. Si tratta di eventi provocati da temporali localizzati, brevi ma violenti, che scaricano in poco tempo quantità enormi di pioggia. Questo sembra essere il rischio principale verso cui ci stiamo dirigendo. Dovremo quindi adattarci. Faccio un esempio semplice: con questi volumi di pioggia, le reti di scolo urbane non riescono a reggere il carico. Non è più solo una questione di tombini o fognature pulite o sporche (la manutenzione è sempre importante) ma con precipitazioni di questa intensità, le infrastrutture attuali non bastano. Temo che andranno completamente ripensate e riprogettate”.
Nuova allerta meteo per temporali e vento
E l’attenzione rimane alta, come testimonia l’allerta diramata da Arpae Emilia-Romagna per le giornate di domani e dopo domani (22 e 23 maggio). Infatti è stata diffusa un’allerta arancione per vento nelle province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Forlì-Cesena, Rimini, insieme a un’allerta gialla per temporali nelle province di Piacenza, Parma, Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini.
“Sono previsti – si legge sul bollettino – temporali localmente intensi, più probabili sul settore occidentale e su quello orientale del territorio regionale, che potranno generare ruscellamenti, occasionali fenomeni franosi e innalzamenti dei livelli idrometrici prossimi alla soglia 1. Si prevede inoltre sulle aree dei rilievi una ventilazione da sud-ovest di un'intensità di burrasca moderata (62-74 km/h), con raffiche di intensità superiore sulle aree dei crinali appenninici”.