
Notti tropicali a Ravenna, caratterizzate dal fatto che la temperatura minima non scende al di sotto dei 20 gradi
Ravenna, 5 giugno 2025 – Con alcuni giorni di anticipo rispetto alle medie del periodo, per un paio di notti (quella tra l’1 e il 2 giugno e quella successiva) nella nostra provincia si sono registrate altrettante notti tropicali, ossia caratterizzate dal fatto che la temperatura minima non scende al di sotto dei 20 gradi. Come osserva il tecnico meteorologo Pierluigi Randi “si è trattato di un fenomeno che ha riguardato solo i grossi centri urbani, risparmiando le aree rurali dove invece le minime sono scese al di sotto della soglia. Escludendo ovviamente gli ambienti climatizzati, la notte tropicale comporta qualche disagio, in primis una qualità del sonno non certo ottimale. Se consideriamo ad esempio Ravenna, la scorsa estate meteorologica (dall’1 giugno al 31 agosto) la prima notte tropicale si registrò l’8 giugno, a testimonianza che quest’anno siamo in anticipo già nei confronti di un anno che di notti tropicali ne contò ben 63. Senza dimenticare che, seguendo la normalità climatologica, le prime notti con temperature che non scendono sotto i 20 gradi dovrebbero mediamente registrarsi tra fine giugno ed inizio luglio”. L’esperto ricorda poi che “il record di notti tropicali si stabilì nell’estate del 2003 , quando se ne contarono addirittura 65. Se si considerano gli anni ‘70 e i primi anni ‘80 il numero era notevolmente inferiore: nel 1981 se ne registrarono sette, nel 1984 ce ne furono 14 e nel 1989 se ne contarono 16. Nei 30 anni che vanno dal 1971 al 2000 la media è stata di 25 notti, mentre dal 2001 al 2024 la media è quasi raddoppiata, salendo fino a 45”. Randi spiega che “l’aumento del numero di notti tropicali in questi ultimi decenni si è registrato anche nelle aree in aperta campagna, ma nelle città, che durante il giorno sono da considerarsi una sorta di accumulatore di calore, questo incremento è maggiore rispetto alle zone rurali”.
Uno scenario, sottolinea ancora Randi, “legato al riscaldamento globale, che ha dei riflessi anche su scala regionale e locale, e che nell’area mediterranea è più veloce rispetto ad altre zone del mondo. Questo lo si evince da vari indicatori, tra cui ad esempio il numero medio di giornate con temperature superiori ai 35 gradi nonché il numero di notti tropicali”.
Alla domanda se è possibile prevedere, anche solo a grandi linee, che tipo di estate dobbiamo aspettarci, Randi osserva che “alla luce dei modelli di clima stagionali, ci sono maggiori probabilità che la temperatura media, prendendo come riferimento il trentennio che va dal 1981 al 2010, sia decisamente superiore, ma senza raggiungere anomalie stagionali straordinarie come accadde nel 2003, nel 2022 e lo scorso anno. Elevata invece la probabilità di picchi estremi giornalieri. Sulle precipitazioni il segnale è parecchio più incerto: in generale sembrerebbe che ci sia una maggiore probabilità di accumuli stagionali al di sotto della norma, ma con medio-alto rischio di amplificazione degli estremi, ossia con eventi che localmente potrebbero rivelarsi molto intensi”.
lu.sca.