OTTAVIA FIRMANI
Meteo

Le polveri degli incendi del Canada arrivano in Emilia Romagna: l’effetto sulla qualità dell’aria

Nei giorni scorsi i cieli del Nord Italia sono offuscati. Poluzzi (Arpae): "Abbiamo registrato incrementi medi anche di 20 microgrammi per metro cubo di PM10 rispetto alla settimana precedente. Qualcosa di simile è avvenuto anche l’anno scorso"

Gli incendi dei giorni scorsi in Canada: conseguenze per la qualità dell'aria anche in Emilia-Romagna. La spiegazione dell'esperto

Gli incendi dei giorni scorsi in Canada: conseguenze per la qualità dell'aria anche in Emilia-Romagna. La spiegazione dell'esperto

Bologna, 11 giugno 2025 – Gli incendi che devastano le foreste del Canada sembrano lontani. Eppure, nei giorni scorsi, i cieli offuscati e la foschia sul Nord Italia ne hanno portato l’eco visibile e tangibile.

A spiegare questo fenomeno e le sue implicazioni è Vanes Poluzzi, responsabile del Ctr Qualità dell’Aria di Arpae.

Vanes Poluzzi, responsabile del Controllo Qualità dell’Aria di Arpae.
Vanes Poluzzi, responsabile del Controllo Qualità dell’Aria di Arpae.

Professor Poluzzi, ci può spiegare che cosa è successo?

“Nel Canada centrale, in particolare tra Saskatchewan e aree limitrofe, ci sono incendi forestali molto estesi che stanno emettendo grandi quantità di aerosol e gas. I venti zonali in quota, che vanno da ovest verso est, hanno trasportato queste masse d’aria cariche di particolato attraverso l’Atlantico fino all’Europa, raggiungendo anche il Nord Italia”.

Come potete essere certi che queste masse d’aria provengano proprio dal Canada?

“Analizzando le back trajectories, cioè le traiettorie inverse delle masse d’aria, abbiamo visto che quelle arrivate nelle nostre zone sono partite circa sei-sette giorni fa dal Canada centrale o dal Nord degli Stati Uniti. Questo è già un buon indizio della loro origine. Tra domenica 8 e lunedì 9 giugno abbiamo registrato un aumento del particolato PM10 e PM2.5 nelle stazioni di misura dell’Emilia-Romagna. Inizialmente si poteva ipotizzare un contributo di sabbie sahariane, ma i dati hanno escluso questa possibilità. I dati dell’osservatorio del Monte Cimone, mostrano un aumento di monossido di carbonio e metano, indicatori chiari di combustione. Inoltre, i satelliti del servizio Copernicus hanno rilevato che l’aerosol optical depth era dominato da composti derivanti dalla combustione di biomassa”.

Quanto è eccezionale un fenomeno del genere?

“È un evento notevole: parliamo di un viaggio di oltre 6.500 km. Qualcosa di simile è avvenuto anche l’anno scorso. Quando i flussi d’aria sono zonali, può succedere che gli inquinanti viaggino dall’America all’Europa, ma non è una situazione frequente”.

Qual è stato l’impatto?

“Abbiamo registrato incrementi medi anche di 20 microgrammi per metro cubo di PM10 rispetto alla settimana precedente. È un dato significativo, che ci fa capire quanto possa essere globale l’impatto di un evento come questo”.

Cosa succederà nei prossimi giorni? 

“Secondo i modelli Copernicus, fino a venerdì queste masse d’aria dovrebbero persistere, seppure con una concentrazione progressivamente più bassa. Tra sabato e domenica, l’effetto dovrebbe scomparire quasi del tutto, ma tutto dipenderà da come evolveranno gli incendi e i flussi atmosferici”.

Ci sono rischi per la salute?

“L’impatto immediato è un aumento degli inquinanti, che incideranno sui valori medi giornalieri e, se gli episodi si ripetessero, anche su quelli annui. Ma sull’effetto sanitario specifico devono esprimersi le autorità sanitarie, anche se è sempre consigliabile ridurre l’esposizione”.