Siccità 2021 in Emilia Romagna. Irrigazioni di soccorso a Ferrara, Modena e Ravenna

L’allarme della Coldiretti: “Po in secca. Enza, Secchia, Reno e Trebbia tutti sotto media mensile. Ma possiamo cambiare le cose”

Il Po in secca nel Reggiano

Il Po in secca nel Reggiano

Bologna, 30 marzo 2021 – Il primo effetto del grande caldo fuori stagione? Il Po è in secca con lo stesso livello idrometrico della scorsa estate. E questo per effetto della lunga assenza di precipitazioni con l’allarme siccità, scattato al Nord proprio all’inizio della primavera quando le coltivazioni hanno bisogno di acqua per crescere.

È Coldiretti a lanciare l’allarme sullo stato del più grande fiume italiano, con l’aumento anomalo delle temperature che ha costretto gli agricoltori alle irrigazioni di soccorso in tutto il nord Italia. Situazione idrica di profondo rosso anche per i fiumi dell’Emilia Romagna, tutti abbondantemente sotto la media mensile, dall’Enza, al Secchia, dal Reno alla Trebbia, spiega Coldiretti su dati Anbi. La carenza idrica riguarda anche il lago di Como al quale mancano solo 20 centimetri prima di raggiungere il minimo storico di sempre con un riempimento di appena l’8,8% contro una media del 63,8%. “In Emilia Romagna – spiega Coldiretti - sono scattate le irrigazioni di soccorso da Parma sui campi seminati a Ferrara negli impianti di fragole e nei vivai, da Modena sulle piantine di pomodoro e di meloni a Ravenna su ortaggi e verdura, kiwi e vigneti fino a Piacenza su cipolle, mais e frumento”. In Veneto il ricorso all’acqua d’emergenza è scattato per i campi già seminati di orzo e frumento e persino per i prati in particolare sulla la fascia Pedemontana e l’Alta Trevigiana ma anche l’area della Bassa Padovana lungo l'Adige, nella zona di Barbona, Vescovana, Granze e Stanghella. Irrigazioni anche nella zona di Alessandria e Cuneo in Piemonte. “L’aumento degli eventi climatici estremi – continua la Coldiretti – con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal maltempo alla siccità ha modificato soprattutto la distribuzione sia stagionale che geografica delle precipitazioni. La mancanza di acqua rappresenta la condizione meteo più rilevante per l’agricoltura italiana con un danni stimati in media in un miliardo di euro all’anno soprattutto per le quantità e la qualità dei raccolti. Nonostante i cambiamenti climatici l’Italia resta un Paese piovoso con circa 300 miliardi di metri cubi d’acqua che cadono annualmente dei quali purtroppo appena l’11% viene trattenuto”.

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