{{IMG_SX}}Modena, 17 ottobre 2007 - SECONDO il dottor Daniele Giovanardi, presidente della Misericordia, l’associazione che gestisce il Cpt, la ribellione che si è scatenata nel centro di permanenza temporanea all’indomani del suicidio del ragazzo tunisino, è una reazione ovvia. Gli ospiti della struttura, insomma, non aspetterebbero altro che una scusa per cui protestare contro il ‘regime’ a cui sono sottoposti. Ma per chi come Giovanardi nel progetto del Cpt mette impegno e volontà, è difficile gestire un malcontento per il quale non sembrano esserci soluzioni e tutele legislative.

 



Dottore, cosa sta succedendo al Cpt?
"Il solito. Ogni volta che accade un fatto nuovo, scoppia la protesta. In questo caso ci troviamo in una circostanza luttuosa, ma basta che arrivi qualche personaggio istituzionale o che l’attenzione venga posta sul Cpt, che gli ‘ospiti’ iniziano a protestare. Chi si trova lì dentro ha visto fallire il suo progetto di vita e la prospettiva è quella di essere rimpatriato. Così cercano di dimostrare che nel centro stanno male, vogliono farlo passare per un lager".

 

E’ stato necessario anche l’intervento dei pompieri...
"Sono venuti due volte nella notte scorsa perchè erano stati incendiati materassi e tutto quello che può prendere fuoco. In una sola notte abbiamo contato danni per 25mila euro".

 

Ma la protesta è appoggiata da tutti?
"Ci sono delle persone che hanno assunto il ruolo di ‘capo’ e trainano gli altri, ma c’è anche chi vorrebbe starne fuori. Qualcuno è venuto a mangiare di nascosto in infermeria, mentre la maggior parte ha fatto lo sciopero della fame".

 

Come si fa a risolvere la situazione? Ma la polizia non riesce a calmare gli animi?
"La polizia, a parte la carenza di organico, non può intervenire più di tanto. Servirebbero interventi energici ma poi si rischia di creare un altro caso Braida, con le forze dell’ordine che vengono crocifisse perchè svolgono il loro lavoro. Per questo chiedo come si possa gestire questa gente, come si fa evitare tutto ciò".

 

Lo chiede a chi?
"Chiedo un intervento a questore, prefetto, ministero degli Interni e magistratura affinchè si faccia qualcosa, serve una risposta legislativa, dobbiamo capire come comportarci in questi casi, chi può fare cosa. E’ impossibile trattenere delle persone che in realtà non possono essere trattenute perchè mancano gli strumenti normativi".

 

La situazione è grave...
"Sì. Siamo molto preoccupati e allo stesso tempo schiacciati e travolti dalla situazione, perchè noi siamo lì per aiutare. Stiamo facendo il massimo, gli ‘ospiti’ del Cpt hanno medico, infermiere, assistente sociale e psicologo. Cosa dobbiamo fare di più? E poi fa male sentire gli attacchi politici di chi ci accusa di gestire una struttura da chiudere. Là dentro ci sono operatori, come quelli della Misericordia che si impegnano giorno per giorno, anche quando la situazione diventa insostenibile".