Modena, 4 marzo 2008 - LE PREOCCUPANTI notizie da Betlemme sono rimbalzate nel pomeriggio sull’Appennino. Don Ferruccio è riuscito a contattare l’Italia per rassicurare parenti ed amici. Verso sera siamo riusciti a contattare direttamente il parroco pievarolo.

 

Cosa è successo?
"E' dal 1974 che guido pellegrinaggi vaticani in Terra Santa, ma una disavventura come questa non ci era mai accaduta. In mattinata stavamo compiendo il previsto pellegrinaggio nei luoghi della nascita di Gesù, quando all’improvviso si è udito un clamore. Poi gli spari. Erano giovani palestinesi che con sassi manifestavano contro i soldati israeliani al posto di blocco vicino al nostro albergo".

 
Come avete reagito?

"Ci siamo rifugiati in una zona appartata e in piccolo prato abbiamo pranzato, col timore che i disordini si allargassero sino a noi. Poi siamo stati guidati attraverso un percorso secondario sino all’albergo".

 
Chi c’è con voi?
"Siamo solo il gruppo di italiani e un gruppo di greci, anch’essi preoccupati. Sino alle 18 c’è stato il finimondo: giovani palestinesi che tirano sassi e camionette militari delle autorità locali che sparano fumogeni. La strada è tappezzata di pietre".

 
Cosa vi aspettate ora?
"Speriamo che la tregua duri e sia una notte senza problemi, così che domani si riesca ad andare al di là del posto di blocco nella zona di Gerusalemme dove la situazione è tranquilla. Se tutto va bene speriamo di proseguire il programma della visita sino a giovedì quando è previsto il nostro rientro in Italia".

 

VI È un legame tra le parrocchie dell’alto Frignano e la Palestina, con periodiche offerte portate dal sacerdote a nome dei bambini dell’Unità Pastorale alto Scoltenna a suor Sophie per il suo orfanotrofio di Betlemme (1.200 ragazzi, di cui 100 cristiani), e a padre Emanuele di Gaza che nella sua parrocchia ospita persone di diverse etnie. Di questa terra martoriata, in una precedente visita del 2002, don Ferruccio raccontò: "Penso di poter dire che l'inferno non è niente in confronto a quello che sta succedendo a Gaza... Ho incontrato una palestinese madre di dieci bambini, col marito semi-paralizzato dalle percosse dei soldati, che mi ha raccontato del funerale di uno dei suoi bambini uccisi durante un bombardamento. I soldati non hanno fatto passare la cassa (col rivestimento metallico) ad un posto di blocco ed ha dovuto recarsi al cimitero col corpo del bambino morto in braccio! Chi vuole frequentare le lezioni scolastiche deve percorrere un tratto di spiaggia, coi piedi in mare per non essere arrestati, camminando in tal modo per un'ora. La scuola poi è stata distrutta da un missile...".