{{IMG_SX}}Modena, 13 febbraio 2009. Ha chiamato i carabinieri alle due di notte dicendosi preoccupato perché non  vedeva tornare a casa la moglie, poi, quando gli inquirenti hanno trovato il cadavere della della donna nel Secchia, ha provato a simularne il suicidio. Ma dopo qualche ora di interrogatorio l'uomo è crollato e ha confessato il delitto.

E' accaduto a San Michele dei Mucchietti, frazione di Sassuolo. Il presunto uxoricida  Marco Manzini, 35 anni, perito elettrotecnico che avrebbe ucciso a colpi di pietra la moglie Giulia Galiotto di 30 anni, impiegata in un istituto di credito di Sassuolo, al culmine di una lite sfociata per ragioni di gelosia.

Le indagini, coordinate dal pm Domenico Ambrosino, hanno avuto inizio la notte fra mercoledì e giovedì, dopo che l'uomo aveva denunciato la scomparsa della donna. Poco dopo gli inquirenti hanno visto affiorare il corpo senza vita della giovane, con il cranio fracassato, fra le rapide del canale. A quel punto l'uomo è stato convocato in caserma e ha iniziato la messinscena, mostrando anche una lettera della donna che avrebbe dovuto attestarne gli intenti suicidi.

Inizialmente sembrava che la morte potesse essere stata provocata dalla caduta, ma ben presto i carabinieri hanno appurato che il corpo di Giulia era sì volato nel canale da diversi metri di altezza, ma buttato giù dal marito a morte già avvenuta. Accertamenti più approfonditi hanno portato i militari a individuare il punto da cui era precipitata la donna (un manufatto in cemento sulle sponde del Secchia alto 15 metri). Sul posto hanno trovato un suo orecchino oltre a evidenti tracce di sangue, elementi che mettevano fortemente in dubbio l'ipotesi del suicidio.

A quel punto, nel tardo pomeriggio di ieri, gli inquirenti hanno interrogato il marito che ha cominciato a cadere in contraddizione. Dopo alcune ore - a quanto si è appreso da fonti investigative - l'uomo ha confessato di averla ammazzata. La coppia non aveva figli e, secondo alcuni vicini, non aveva mai mostrato segnali di crisi.