Modena calcio, Taddeo: "Questo Modena lo posso salvare" / VIDEO

"Sono disposto a pagare l’affitto in anticipo del Braglia. I debiti della società? Quasi 5 milioni"

Aldo Taddeo (foto Fiocchi)

Aldo Taddeo (foto Fiocchi)

Modena, 10 ottobre 2017 - Non è la prima intervista da patron del Modena. E, a parer suo, non sarà nemmeno l’ultima, visto che ha intenzione di proseguiresenza tentennamenti quella che, agli occhi di tutti, sembra una missione impossibile: salvare i gialloblù. E quando parliamo di salvezza non ci riferiamo solo alla tragica situazione della squadra. Taddeo, perchè lei è qui a Modena? «E’ semplice. Ho un progetto serio. E poi lavoro con diverse imprese del territorio. Non sono qui per lasciare tra sei mesi. Ho intenzioni serie». Molti pensano che dietro a lei ci sia sempre Caliendo. «L’ho conosciuto venti giorni fa, ci siamo parlati e non ho nulla a che fare con lui. Con me inizia un nuovo capitolo». Sicuro? «Lo dimostrerò con i fatti. Capisco la diffidenza della città, che il tempo è poco, ma cercheremo di fare il possibile nel rispetto delle leggi». A proposito di leggi: il Comune contesta il fatto che la sede del Modena è ancora occupata. «Il trasloco è iniziato. Se mi chiede se abbiamo portato via le coppe dico di no. Non è facile procedere con così poco tempo. Già domenica è stato fatto qualcosa». Ma bisogna fare in fretta. Non crede? «C’è stato dato tempo per completare lo sgombero. Ci siamo già attivati per trovare dei locali per sistemare i nostri uffici. E anche un campo di allenamento per permettere alla squadra di poter lavorare già da mercoledì». Lei può dire a quanto ammontano i debiti del Modena? «Da una prima valutazione, ma con riserva, siamo nell’ordine dei 4,5 milioni più vicini ai 5». Attualmente lei sta parlando dal Mammut. E’ la vostra nuova sede? «Non è detto che resteremo qui». Il Mammut è una proprietà del Modena? «Sì, lo confermo». Magari lì avete già dei campi per allenarvi. «Per carità. Sono piuttosto brutti». Assomiglieranno a quelli lasciati dal Signor C al Braglia.... «Beh io non c’entro. Quello di tornare nella nostra casa è naturalmente un obiettivo» La prossima in casa sarà il 29 ottobre. C’è tempo... «Qui c’è da riaccendere un motore. E lo potremo fare solo riparttendo dal nostro stadio». In che modo? «Sono disposto a pagare in anticipo l’affitto del Braglia da qui alla fine del campionato. So che dovrà essere predisposto un nuovo bando, ma io sono qui per cercare di risolvere un problema». Pagare solo l’affitto forse non basta. E con i 625 mila euro del mutuo come la mettiamo? «Riconosco il credito del Comune e quando dico riconosco sottolineo il fatto che è mia intenzione pagare». Questa è una bella notizia. «Naturalmente dovremo attenerci a quelle che saranno le disposizioni del commissario nominato dal tribunale. Presenteremo un piano da proporre ai creditori. Quello nei confronti del Comune è un credito chirografario e ci comporteremo rispetto alla classe di merito». Pare di capire che la cifra che andarete a pagare sarà inferiore a quella originaria. «Pagheremo quello che c’è da pagare nel rispetto delle leggi». Ha provato a mettersi in contatto con il sindaco? «Ovviamente sì, ma non ho ricevuto al momento delle risposte. Non scopro nulla dicendo che il ruolo del Comune in questa fase è fondamentale». Aveva per caso chiesto di aprire il Braglia per la gara con l’Albinoleffe? «Sì, ma non ce l’hanno consentito. I tempi erano davvero stretti». C’è anche una squadra con l’acqua alla gola: zero punti, penalizzazione in arrivo. E, se ce lo consente, con una qualità molto modesta. «Mi dicono invece gli amici che ho nel mondo del calcio che la squadra non è poi così male». A breve ci sarà un’altra importante scadenza: entro il 16 ottobre ci saranno da pagare tutti gli stipendi di agosto e settembre. «E noi onoreremo questa scadenza. Ho molto rispetto verso tutti i dipendenti, e per le loro famiglie, che si sono spesi in questo periodo per aiutare il Modena». E’ vero che per garantire la continuità aziendale da qui a fine stagione servono 3 milioni? «La cifrà è più o meno esatta. Vedremo cosa poter fare per garantire una gestione sostenibile». A Varese non le vogliono molto bene. Ci spiega perchè? «Diciamo che ci sono state delle frizioni con il proprietario di un quotidiano. C’erano trattativa in corso per cose che non riguardano solo il calcio poi tramontate».