La crisi del Modena, il sindaco: "La città è stata presa in giro, dobbiamo ripartire"

Muzzarelli: "Una sofferenza. Il Comune? Più di così non poteva fare"

Il sindaco Muzzarelli

Il sindaco Muzzarelli

Modena, 27 ottobre 2017 - Una liberazione. E’ questo il sentimento che unisce i modenesi in queste ore in cui si contano i danni dopo il ‘terremoto’ Caliendo-Taddeo. Il fallimento, come successo da altre parti, tra qualche mese darà la possibilità al sindaco, in vista di una ipotetica nuova stagione, di cedere il titolo sportivo a chi deciderà di mettersi in marcia verso un futuro tutto da scrivere. Ovviamente con le opportune verifiche senza commettere l’errore del 2015 quando a Caliendo non venne chiesta alcuna garanzia per il mutuo.

Sindaco Muzzarelli, pensa già a questo passaggio, ai prossimi proprietari del Modena?

«No, non ancora. Sarà un periodo durissimo almeno fino a gennaio quando l’iter intrapreso con il tribunale arriverà alla fine»

Intanto è finito il Modena con i suoi 105 anni di storia.

«E’ stata una vergognosa sceneggiata. La città non dimenticherà mai questa sofferenza calcistica. Ma soprattutto, volendo essere concreti, ora i modenesi rischiano di perdere 1 milione e 80 mila euro - ultimo debito lasciato da Caliendo - per colpa dei gestori che non hanno saputo essere seri e trasparenti».

Ha pensato in queste ore di fare un appello agli imprenditori per salvare il salvabile?

«Qui non c’è nulla da salvare, purtroppo. Come potrei chiedere di subentrare in una società con 6 milioni di debiti? Dobbiamo trovare una soluzione che guardi oltre»

Ma si dovrà ripartire. Come e quando non si sa.

«Al momento opportuno il mio appello, agli imprenditori, ai modenesi, si farà sentire perchè, insieme, dovremo rilanciare l’orgoglio della città. A Modena c’è tanta passione per il calcio e non deve essere dispersa. Dobbiamo solo capire tempo e modalità di questa operazione».

Lei temeva che potesse finire in questo modo?

«Ci hanno preso tutti in giro, su questo non ho dubbi. Se parla della parentesi Taddeo, speravo che potesse succedere qualcosa di buono. Avevo letto una intervista e mi ero anche illuso. Sinceramente non so cosa c’è dietro a tutto questo».

Il Comune ritiene di aver fatto il possibile?

«Di più, molto di più. Abbiamo dato nuovamente la disponibilità della stadio. Ci siamo presi in carico il mutuo. Avevamo fissato un affitto congruo di 170 mila euro. In questi anni sono stati investiti 2 milioni di euro per continuare a rendere questo stadio un gioiello. Questa mattina ero presente alla riunione della commissione di vigilanza per discutere l’apertura dello stadio. Noi eravamo pronti, il Braglia è disponibile , altri non lo erano»

Si sente anche lei liberato da un peso un po’ come tutti i tifosi gialloblù?

«Direi sì. Questa storia è stata una sommatoria di balle raccontate, di lettere con impegni mai mantenuti. Ora urge la necessità di girare pagina in modo serio, legale, trasparente».

Lei ha capito gli ultimi passaggi? Il no dei giocatori, l’esigenza di chiedere una autorizzazione al tribunale per pagare luglio e agosto. Taddeo che rinuncia a riprenderso il Braglia.

«Ho provato a seguire. Si è creato un corto circuito, per incapacità o furbizia, ma non voglio entrare nello specifico. Mi pare che la situazione avesse preso una brutta piega già da tempo»

Quello dello stadio e del mututo sarà un problema anche per futuri proprietari.

«Il nostro è un tariffario onesto, proporzionato alla categoria e in linea con i costi degli altri stadi»

Ma secondo lei ci saranno gli imprenditori modenesi disposti a rilanciare la nostra squadra?

«Non chiederò mai a nessuno di sacrificare la propria azienda per il calcio. Sotto questo punto di vista sono fiducioso. E con persone serie sarà più facile ragionare e trovare soluzioni. La storia del Modena deve ripartire»