Modena, Gargiulo: "L’approdo in A l’ho solo rimandato"

La determinazione del centrocampista arrivato dopo la promozione con il Lecce: "Se sono qui un motivo ci sarà..."

Modena, 29 luglio 2022 - Colpisce , positivamente, nella sua normalità. Mario Gargiulo, lo si nota bene quando per filo e per segno racconta i passi della propria carriera, porta con sé determinati valori, dentro e fuori dal campo.

Gargiulo posa con la maglia: "Ho detto sì a una grande società"

Non ha mai avuto altro in testa se non il calcio da ragazzino, questo lo ha allontanato dalla sua Napoli a 14 anni per approdare al Brescia fino all’accesso alla serie A conquistato sul campo con la maglia del Lecce. E per chiarire meglio il tema dei valori morali, partiamo dai tatuaggi. Sì, dai tatuaggi. Non di quelli stravaganti ma di quelli che hanno un significato per il Gargiulo calciatore e per il ragazzo che s’è fatto uomo.

Mario Gargiulo parla per la prima volta da gialloblù (fotofiocchi)
Mario Gargiulo parla per la prima volta da gialloblù (fotofiocchi)

Gargiulo, ce li descriva...

"Uno rappresenta le persone a me care che purtroppo non ci sono più e un altro raffigura me da bambino, col pallone tra i piedi. Ho uno zio sacerdote a Napoli, ne ho anche uno per lui, sono molto credente".

Che uomo è fuori dal campo?

"Amo passare il tempo con la mia ragazza. Ho due cani, sono la mia vita. Vado con loro al parco, gioco e mi diverto, faccio passeggiate, sono un uomo di famiglia. Non sono il tipo che vive troppo la città".

Lasciò presto la sua città per inseguire il suo sogno

"A 14 anni. Feci un provino per il Brescia, selezionava i migliori giocatori della Campania in quella occasione. Il primo non andò benissimo ma mi richiamarono dopo un mese e mi presero. Naturalmente non fu facile per i miei genitori ma io avevo le idee chiare. Firmai per 4 anni e da lì iniziò tutto".

E si può dire abbia fatto parecchia gavetta

"Bassano, Pontedera, Lucca, Imola e Cittadella dove mi ruppi il menisco e non fui fortunato all’inizio. Al secondo anno sono ’esploso’, quando il mister mi faceva subentrare segnavo sempre, ne feci sei, di gol, nelle poche partite giocate".

L’allenatore che le ha dato di più?

"Non ne ho uno in particolare. Ma ricordo Dionisi a Imola, è uno che chiede personalità e prova ad imporre il proprio gioco. Poi Venturato a Cittadella, mi ha spronato a dare sempre di più e questo mi ha migliorato tanto. Javorcic a Brescia, mi ha trasmesso tanto. Tutti mi hanno dato qualcosa, a partire da Tacchinardi nei giovanissimi nazionali".

Ha un riferimento?

"Mi piaceva Pogba. Poi mi sono innamorato di tanti giocatori, per esempio De Bruyne, Zielinski, cerco di apprendere da loro. Io sono uno di inserimento, da pronfondità, ho caratteristiche diverse ma cerco di rubare da loro".

Immaginiamo che lei voglia anche segnare di più

"Sicuramente. Ne ho fatti 8 a Cittadella, l’anno scorso 3, è anche questione di moduli a volte ma l’obiettivo è migliorare senza dubbio".

Ma lei aveva la speranza o l’ambizione di giocarsi una chance in A?

"Resta un pizzico di dolore ma io dico che se si chiude una porta, si apre un portone. Se ho accettato Modena un motivo ci sarà, il primo è quello di arrivare in serie A e calpestare campi importanti".

Che orizzonte vede qui?

"Quando mi hanno chiamato direttore e presidente, ho visto quell’ambizione e quella voglia di fare bene che mi ha colpito. Penso ce la potremo giocare con tutti, noi ci proviamo a fare il massimo, non si sa mai".

E lei avrà indubbiamente un ruolo importante

"Arrivo da una stagione importante, ma vengo qui in punta di piedi con voglia di migliorarmi. Mi metto a disposizione del mister per dare una mano alla squadra".

Visto che si parla spesso di attaccanti, lei ha giocato con Massimo Coda...

"Lui è veramente una punta pura, è infallibile. Qui c’è Falcinelli, che ha fatto una grande carriera e ha esperienza alle spalle. Penso possa darci un supporto fondamentale. Anche Diaw, è uno che dà l’anima in campo, è come giocare in 12 con lui. I giocatori che sono arrivati sono funzionali alle idee del mister, poi sarà il campo a dire dove potremo arrivare".