Benji e Fede a Nonantola. "Il nostro disco più vero"

Domenica ‘giocano in casa’ al Vox: "Sanremo? Non lo escludiamo"

Federico Rossi e Benjamin Mascolo, in arte Benji e Fede

Federico Rossi e Benjamin Mascolo, in arte Benji e Fede

Modena, 15 febbraio 2019 - Benji & Fede: il duo fenomeno nella musica pop degli ultimi anni, che ha ottenuto il podio nella charts di vendita con ‘20:05’ nel 2015, con ‘0+’ nel 2016, ora è pronto a presentare l’ultimo album ‘Siamo Solo Noise’ nei più importanti club di tutta Italia. Il tour farà tappa anche al Vox di Nonantola, domenica alle 21. Per un concerto dove il duo modenese ‘gioca in casa’.

Con il nuovo album ‘Siamo Solo Noise’ avete abbandonato la ‘tradizione’ dei titoli numerici. Da dove nasce?

«In primo luogo abbiamo pensato a ‘Siamo Solo Noi’, facendo riferimento ai nostri fan, che ci seguono e che hanno dimostrato la loro fedeltà in questi anni. Ma in realtà è un titolo autoironico. Letteralmente significa ‘Siamo solo rumore’. Abbiamo fatto tanto ‘rumore’ all’inizio, per attirare l’attenzione della gente. Per tante persone in questi anni noi non siamo stati altro che un’interferenza, del semplice rumore. Ma poi evidentemente non eravamo solo rumore».

Come si siete preparati per questo disco?

«Abbiamo lavorato tanto in studio, per curare ogni dettaglio. Ci siamo anche allontanati dai social per concentrarci di più su questo lavoro. Abbiamo scritto molto, circa ottanta canzoni, e poi abbiamo lavorato su quelle selezionate. Abbiamo dato voce alle nostre esperienze personali, per trasmettere qualcosa di vero, di momenti vissuti. Nelle esperienze vere le persone si rispecchiano».

Nel brano On Demand c’è la collaborazione di Shade. Come è nata l’idea?

«Lo abbiano conosciuto nei vari Festival, è prima di tutto un amico. La collaborazione è nata in modo molto spontaneo e naturale: dopotutto facciamo lo stesso mestiere».

Inevitabile domanda: avete guardato Sanremo?

«Sì, certo. Ci è piaciuta molto la canzone che Shade ha cantato con Federica Carta, ‘Senza farlo apposta’, è molto orecchiabile. Non si è classificata molto in alto ma sta spopolando Youtube e Spotify. E’ stata una bella edizione, che sta facendo parlare molto. Gli artisti in gara erano tutti di livello molto alto».

Vi piacerebbe partecipare?

«Per ora non rientra nei nostri programmi ma non lo escludiamo. Dipende se troveremo la canzone e il contesto giusto».

‘Da Grande’: ad aprire il brano ci sono le voci di alcuni bambini. Com’è nata questa scelta?

«In modo spontaneo. A Natale abbiamo cantato nel reparto di Oncologia pediatrica al Policlinico di Modena e ci siamo legati tanto a quei bambini. Ogni volta che possiamo torniamo a trovarli. Per questo quando abbiamo dovuto scegliere chi far cantare nel pezzo abbiamo pensato subito a loro. Siamo davvero orgogliosi di questa cosa. È stato bellissimo. I bambini si sono divertiti, i genitori erano felici».

‘Da grande proverò a giocare con i miei difetti mostrandoti che a volte è bello essere se stessi’.

«I difetti fanno parte della nostra personalità. Bisogna imparare ad accettarsi: le persone perfette non esistono e non sono capaci di legarsi agli altri. I difetti sono anche la nostra unicità, nella vita così come nella musica. Se sei in grado di esaltare in maniera positiva i tuoi difetti, riesci a renderti unico, vivi bene e arrivi al cuore delle persone».

‘Se siamo qui è perché non siamo moda’: avete temuto di essere percepiti solo come un fenomeno del momento?

«Uno può sempre passare sempre di moda. Ma dopo quasi quattro anni di carriera siamo consapevoli di come abbiamo lavorato e di quanto ci impegniamo, senza mai accontentarci. Diciamo che è una provocazione».