MARIA SILVIA CABRI
Cosa Fare

Benedetta Tobagi, finalista al Campiello, ospite all’Auditorium Marco Biagi di Modena

Intervista alla scrittrice presente per l’unica tappa in Emilia Romagna, giovedì 6 luglio, alle ore 18

Benedetta Tobagi

Benedetta Tobagi

Modena, 6 luglio 2023 – Tra i cinque finalisti della 61ª edizione del premio Campiello, il concorso di narrativa italiana contemporanea organizzato dalla Fondazione Il Campiello - Confindustria Veneto, c’è anche la scrittrice Benedetta Tobagi con ‘La Resistenza delle donne’ (Einaudi). Anche lei sarà presente oggi a Modena, unica tappa in Emilia-Romagna, organizzata grazie al supporto di Banca Generali Private e il patrocinio del Comune, per incontrare il pubblico alle 18 in Auditorium Marco Biagi, insieme a Marta Cai, Tommaso Pincio, Silvia Ballestra e Filippo Tuena.

Partendo dalla ricca documentazione fotografica che documenta l’impegno delle donne contro il fascismo a partire dal 1943, Benedetta Tobagi ha scritto di staffette, infermiere, vivandiere, ma anche combattenti armate o disarmate, le ‘invisibili’, come le chiama Tobagi, “che si mobilitano di fronte alle truppe naziste ancora presenti nel nostro paese”. Tra i vari archivi cui ha attinto, vi è anche l’istituto storico della resistenza di Modena.

Benedetta, è tra i finalisti del premio Campiello. Come ha accolto la notizia?

"E’ stata una bellissima sorpresa che mi ha riempita di piacere. Ed è stata anche la conferma dell’apertura a diverse forme di narrazione, come, nel mio caso, la saggistica documentata con fotografie. Sono sinceramente contenta che il mio tipo di scrittura possa esprimersi in una sede così prestigiosa”.

Che rapporto ha con Modena?

“Qui in città ho già presentato il libro e la vostra terra mi ha regalato tanto. Ho voluto restituire voce e volto ad una ‘metà della storia’ a lungo silenziata, e in questo lavoro di ricognizione mi sono avvalsa di molte fotografie raccolte in decine di archivi storici, tra cui l’istituto storico della Resistenza di Modena, collaborando con Metella Montanari, responsabile della biblioteca e della fototeca dell'Istituto”.

Come è strutturato il libro?

"Ha un’ossatura di 145 fotografie d’archivio. Sono partita da alcune immagini, in parte inedite, che ho trovato all’istituto storico della Resistenza di Torino, rimanendo colpita dalla grande potenza e dal potenziale di questo materiale. Le fotografie sono come delle finestre che si aprono su tratti dell’esistenza che sfuggono ad altre forme di testimonianza. Molte di queste immagini vengono da Modena, appunto, e vi ho unito altre voci. Mi piace lavorare sui documenti, sulle foto e sono andata a ‘caccia’ delle registrazioni dall’‘Archivio della memoria delle donne’ dell’Università di Bologna”.

Chi sono le protagoniste?

“Parto dalla dedica: ‘A tutte le antenate’. Ho voluto narrare la storia delle donne italiane che ha nella Resistenza e nell’esperienza della guerra partigiana uno dei suoi punti nodali, forse il più importante. Le donne furono protagoniste: prestando assistenza, combattendo in prima persona, rischiando la vita. Ne viene fuori un inedito album di famiglia della Repubblica, in cui sono rimesse al loro posto le pagine strappate, o sminuite: le pagine che vedono protagoniste le donne”.

Come è nata la scelta del tema?

“Ci sono due livelli: un’occasione immediata e un motivo profondo. Sotto il primo aspetto, emerge la scoperta di alcune foto all’istituto storico della Resistenza di Torino. Ho molto apprezzato l’apertura del mio editore che mi ha permesso di scrivere un libro ricco di immagini; ho visto la possibilità di una strada di racconto differente in un ambito accademico, sempre molto narrato ma ancora non troppo in ambito pubblico”.

E il motivo profondo?

“Nel mio secondo libro, ‘Una stella incoronata di buio’, racconto di queste donne e di quanto io devo a loro per la mia libertà di oggi. Lavorare sulle donne della Resistenza significa parlare della grande Storia e al tempo stesso darne una dimensione umana ed esistenziale. Il mio ultimo testo è il frutto di una scrittura che pratico da una decina d’anni. La grande Storia è fatta di storie ed io voglio farle risuonare, avvicinarle alla Resistenza per connettersi con un’esperienza storica ma essenzialmente umana”.

Un senso della storia emerge anche nel libro dedicato a suo padre, Walter Tobagi, ‘Come mi batte forte il tuo cuore’…

“Anche in questo caso, infatti, ho cercato di tenere insieme la ricerca personale e il tempo storico in cui papà è vissuto. Tutto si tiene in mente, oggi è importante più che mai perché si è un po’ perso il senso storico nella sua complessità. Il racconto che fa respirare vari livelli storici aiuta a riconnettersi al passato in modo più nutriente”.