Modena, 27 gennaio 2010. Papa Benedetto XVI ha nominato arcivescovo-abate di Modena-Nonantola monsignor Antonio Lanfranchi, finora vescovo di Cesena-Sarsina.
 

Il Papa ha proceduto alla nomina dopo aver accettato la rinuncia alla guida dell’arcidiocesi di Modena-Nonantola presentata da monsignor Benito Cocchi.

Nato 64 anni fa a  Grondone di Ferriere, in diocesi e provincia di Piacenza-Bobbio, Lanfranchi si è specializzato in teologia biblica alla Pontificia Università  Lateranense e in
pedagogia al Pontificio Ateneo Salesiano.

Prima della nomina a vescovo di Cesena, arrivata nel 2003, era stato docente nel seminario vescovile di Piacenza, direttore dell'Ufficio
catechistico diocesano.

Chiamato a Roma nel 1988 come assistente nazionale del Settore Giovani dell'Azione Cattolica Italiana aveva anche insegnato pastorale giovanile alla
Lateranense per rietrare in diocesi nel 1996 quale vicario generale di Piacenza-Bobbio.

È membro della Commissione Episcopale per l'Evangelizzazione dei Popoli e la Cooperazione tra le Chiese della Conferenza Episcopale Italiana.

 

“Ho accolto la decisione del Santo Padre con trepidazione e un pò di turbamento interiore - le prime parole del nuovo arcivescovo  - per il delicato compito che mi viene affidato, soprattutto se rapportato alla mia povertà. Da quel momento ho cominciato a portarvi nel mio cuore, nei miei pensieri e nelle mie preghiere. Sono certo che altrettanto avviene in voi. Esprimo anzitutto la mia gratitudine al Papa Benedetto XVI per la grande fiducia che mi accorda e rinnovo la mia filiale devozione e affetto - ha scritto Lanfranchi nella lettera indirizzata alla comunità modenese -. Saluto poi con fraterno affetto e grande riconoscenza l’arcivescovo monsignor Benito Cocchi che dal 1996 è alla guida dell’Arcidiocesi. Sono certo che non verrà meno il legame con questa Chiesa per la quale ha profuso con sapienza, passione evangelica e attenzione alle persone e alle situazioni di tutta la popolazione modenese tutte le sue energie negli anni del suo ministero. A lui mi affido come un figlio al padre per essere introdotto all’esercizio episcopale in mezzo a voi”.

Lanfranchi afferma di avere ‘’scarsa conoscenza della Diocesi di Modena, quella che mi porta a venire a voi con quella novità e libertà di spirito che, sono certo, si tradurranno in stupore e riconoscenza al Signore per la ricca tradizione che la Diocesi vanta e per le luminose pagine di santita’ e di cultura, scritte in ogni comunità, che verro’ gradualmente a scoprire e che faranno crescere in me il desiderio di essere strumento perchè se ne possano scrivere altre nella storia di oggi. Ad ogni distacco, ad ogni cambiamento a cui sono stato chiamato - prosegue Lanfranchi - il Signore mi ha arricchito con nuove relazioni, con nuovi fratelli e sorelle nella fede.

Ora Egli mi chiama a lasciare la diocesi di Cesena e Sarsina, che amo molto e dove fin dall’inizio mi sono sentito a mio agio per il calore e l’affetto con cui sono stato accolto, che mi hanno permesso di pormi con grande liberta’ interiore in ogni ambiente. Grazie Cesena-Sarsina, sarai nel mio cuore e nelle mie preghiere. Sono sicuro che la fatica del distacco sara’ compensata dalla gioia della nuova parentela spirituale, che si aggiunge, formata da tutti voi, carissimi modenesi. E’ un grande dono del Signore. 

Sono convinto che la ricchezza delle comunità sia data dalle persone. L’evangelizzazione passa fondamentalmente attraverso le relazioni. Vengo a voi con la disponibilità e il desiderio di accogliere e valorizzare i doni suscitati in voi dallo Spirito per adempiere la missione affidata alla Chiesa. Il Signore ha un popolo numeroso a Modena - ha scritto infine il nuovo arcivescovo - un popolo che abbraccia ogni persona, al di là della sua fede e della sua appartenenza alla comunità cristiana.

Nell’attesa di incontrarvi, invoco su di voi la benedizione del Signore’’.  Nell’annunciare l’arrivo del suo successore, monsignor Benito Cocchi ha sottolineato ‘’il grande rispetto di Modena per i valori importanti come la famiglia e la formazione nella fede, l’attenzione al tema del lavoro, mancante in tempi di crisi.  Tutti i cittadini di Modena - ha detto Cocchi - sono splendidi, sempre capaci di essere aperti a tutti, capaci di accogliere quello che incontrano nel mondo’’