Reggio Emilia, 1° luglio 2010. CHISSA’ quante volte ci avrà pensato, martedì. Perchè da quel giorno, in cui suo padre era stato assassinato davanti a lui in tabaccheria da un rapinatore, erano passati dieci anni. Giusti giusti. Era il 29 giugno, anche allora. E quella data maledetta, ancora una volta, si è rivoltata contro Fabrizio Silingardi. Falciato a morte due sere fa lungo l’Autosole, mentre procedeva a piedi in prossimità della corsia d’emergenza. Vicino alla sua auto, rimasta con tutta probabilità in panne.

UNA DINAMICA che ha dell’incredibile, sulla quale la Polizia stradale di Modena nord e la Procura di Reggio Emilia — l’incidente è avvenuto poco dopo il confine modenese, in direzione nord, pochi chilometri dopo l’allacciamento con la A22 — stanno ora cercando di fare chiarezza. Perché il corpo del vittima, 45enne titolare in città della tabaccheria-profumeria di via Formigina 2, l’altra sera è stato travolto più volte lungo l’autostrada, da diversi veicoli. E gli inquirenti devono ancora stabilire con assoluta certezza quale vettura abbia investito Fabrizio per prima, causandone da fatto il decesso.

PARE che Silingardi poco prima dell’incidente, avvenuto alle 22,45, fosse diretto proprio verso Reggio, dove avrebbe incontrato alcuni amici per passare assieme a loro una serata. Forse anche per salutarsi a pochi giorni dalle ferie, perché il 45enne avrebbe chiuso la serranda del suo negozio, gestito assieme alla moglie, proprio alla fine di questa settimana. Poi la sua vecchia auto, una Fiat Tempra che aveva almeno 15 anni, deve aver avuto qualche problema. Fabrizio si è fermato sulla corsia d’emergenza con le quattro frecce, è sceso dall’auto e poco dopo c’è stato il primo impatto, violentissimo. Ma su come sia potuto accadere, al momento si possono fare solo ipotesi. Forse il 45enne ha cercato di attirare l’attenzione dei passanti per ricevere un aiuto, o forse è stato falciato mentre controllava da solo la propria vettura. E’ ancora prematuro, però, azzardare un’ingenuità da parte sua o degli automobilisti, anche perché occorrerà prima verificare la presenza o meno della pettorina e del triangolo catarinfrangenti.

OLTRE alla moglie Francesca Canepari, alla madre Edda e alla sorella Cristina, Fabrizio lascia un bimbo, Filippo, di 11 anni, e una bambina di 9 anni, Federica. I funerali, curati dall’agenzia Farri, si terranno domani alle 11 alla chiesa della Madonnina. Il 45enne verrà poi tumulato a Baggiovara. Accanto al padre Oreste. .