Modena, 9 luglio 2011 - Venerdi’ pomeriggio scrutava il cantiere con la sua macchina fotografica, ma non sapeva ancora della riapertura dell’inchiesta sul Novi Sad. «E’ stata una coincidenza, ero qui perché curioso di vedere com’era stato trasformato il parco», racconta Elio Garzillo, ex soprintendente dei beni ambientali e architettonici dell’Emilia Romagna (ora in pensione) e consigliere nazionale di Italia Nostra, rivelatosi un ‘incubo’ per la giunta Barbolini in particolare, visti i niet che opponeva ai progetti. Emblematica la bocciatura della porta di Gehry, ritenuta inutile e poco in armonia con il centro storico. «Beh — precisa con orgoglio — altrove mi ricordano invece come punto di riferimento. A Modena il rapporto con le istituzioni è stato spesso complicato, e del resto passeggiando per la città qualche riflessione da fare ci sarebbe...». C’è tempo per parlarne però, ora incombe il caso Novi Sad: il gip Donatella Donati ha accolto il ricorso di Wwf, Italia Nostra e Legambiente ordinando un supplemento di indagine per verificare se nei lavori di costruzione del parcheggio da 1720 posti auto ci siano stati dei danneggiamenti dell’area e se l’intervento è compatibile con il carattere storico - culturale del parco originario. «Il Comune — è il ragionamento di Garzillo — è garante ed è chiamato alla manutenzione di un bene storico, per cui un’autorizzazione non può avere conseguenze distruttive o che alterano quel bene. E invece mi sembra che la destinazione d’uso prevista sia molto lontana dalla vocazione dell’area».

Il procedimento di alienazione Stato - Comune prescriveva precisi utilizzi: fieristico, ricreativo, culturale, espositivo. «E’ un elenco in positivo — prosegue Garzillo — nel senso che indica ciò che si può fare, anche perché a stilare una lista in negativo non si finirebbe più: questo non vuol dire tuttavia che ciò che non è esplicitamente proibito, è automaticamente possibile, come dice l’assessore Sitta legittimando il parcheggio. Altrimenti, seguendo questa logica, posso anche costruirci una centrale nucleare o un termovalorizzatore».

A dare il via libera tuttavia sono state due soprintendenze, ai beni architettonici e ai beni archeologici, come mai se ci sono tutte queste controindicazioni?: «Non lo so e non so neanche se l’intervento sia stato autorizzato proprio in quel modo. In ogni caso, al Novi Sad non c’è rimasto nulla degli elementi originari, c’è uno scavo enorme, una rampa gigantesca, corpi di fabbrica emergenti in cemento armato di quattro metri e mezzo. L’assessore Sitta parla di modernità, ma nel fare un parcheggione sotterraneo non vi è nulla di audace, rientra in una visione piuttosto tradizionale e direi obsoleta».

Sul piede di guerra anche il sottosegretario Carlo Giovanardi che parla di «vergogna per Modena » e annuncia la richiesta di una verifica per capire chi in Soprintendenza ha dato «eventualmente un’autorizzazione che non poteva dare e se sono state seguite le prescrizioni». Per Giovanardi «stiamo parlando di realtà paragonabili al circo Massimo di Roma, piazza dei Miracoli a Pisa, piazza Sant’Antonio a Padova. Sarebbe impensabile manomettere uno di questi spazi, e invece si scopre che a Modena non solo il parcheggio all’ex ippodromo non rientrava tra le prescrizioni previste e quindi non era consentito, ma stanno venendo fuori, come funghi, dai bordi del terreno degli edificati in cemento che stravolgono la piazza, snaturandola del tutto. Una situazione inaccettabile».