Modena, 21 ottobre 2011 - Oltre 93 i milioni di litri prodotti (+14% rispetto al 2009), oltre 73 i milioni di litri confezionati (+30%), per un valore di mercato che sfiora i 300 milioni di euro, di cui il 75% derivante dall’export in oltre 100 paesi. Sono questi i numeri che raccontano storia ed economia dell’Aceto Balsamico di Modena dall’acquisizione della certificazione Igp a oggi. Dati importanti, che sono stati presentati questa mattina durante il convegno ‘Balsamico: nulla di generico!’, organizzato dal Consorzio Aceto Balsamico di Modena e dai Consorzi di Tutela delle Dop Aceto Balsamico Tradizionale di Modena e di Reggio Emilia con il patrocinio del ministero delle Politiche Agricole e della Camera di commercio di Modena. A illustrarli Luca Valdetara, responsabile divisione Dop/Igp di Csqa Certificazioni, dopo i saluti del presidente della Camera di commercio, Maurizio Torregiani, del sindaco, Giorgio Pighi, dell’assessore all’Agricoltura della Provincia di Modena, Gian Domenico Tomei, e dei tre presidenti dei consorzi.
Un comparto che ha visto un aumento del numero di aziende, passate in due anni da 184 a 242, per un totale di 279 unita’ operative (alcuni operatori si avvalgono di piu’ di uno stabilimento).

La filiera Igp attualmente si compone di 79 acetifici che reperiscono mosti in 103 cantine, 51 stabilimenti di concentrazione e 143 confezionatori, di cui 34 operanti all’estero.
Ma l’Aceto Balsamico di Modena Igp e i suoi ‘cugini’ con la Dop, i preziosi Aceto Balsamico Tradizionale di Modena e Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia, oltre a essere i prodotti italiani a Indicazione geografica con la maggior quota di esportazione, vantano anche il triste primato di essere tra i piu’ imitati e contraffatti, con conseguente sottrazione all’economia reale del Paese di un buon 10% del fatturato.

Responsabile di una cosi’ ampia diffusione di imitazioni e’ probabilmente la scarsa attenzione che in tutti i paesi, ad eccezione dell’Italia, si presta alla lettura dell’etichetta, come emerge dalla ricerca condotta da Nomisma su ‘Comportamento di consumo, percezione e conoscenza dell’origine dell’Abm in Italia e in 4 importanti mercati europei’ - Germania, Francia, Spagna e Grecia - che il responsabile di Nomisma, Denis Pantini, ha esposto questa mattina nel corso del convegno.


“Dalla ricerca e’ emerso un concetto importante - afferma il presidente del Consorzio Aceto Balsamico di Modena, Cesare Mazzetti - ovvero che in tutti i paesi europei oggetto di studio c’e’ una percezione diffusa, in Germania si arriva addirittura al 93%, che l’origine dell’Aceto Balsamico sia italiana e che il termine ‘Balsamico’ sia strettamente e univocamente collegato all’immagine che i tre aceti emiliani hanno saputo guadagnarsi tra i consumatori internazionali’.

Nella stessa indagine di Nomisma, si leggono anche altri dettagli, come l’alta frequenza di consumo dell’Aceto Balsamico in tutti i paesi esaminati, e la relativa indifferenza dei consumatori al prezzo come motivazione d’acquisto. Dopo gli interventi di Csqa e Nomisma, il convegno e’ proseguito con le relazioni dell’esperto di Diritto industriale e delle Indicazioni geografiche, Giorgio Bocedi, su ‘Dop e Igp: protezione, genericita’ e rapporti con i marchi’, e di Fausto Capelli, docente di Diritto comunitario al Collegio Europeo/Universita’ di Parma, su ‘Indicazioni aggiuntive sulle caratteristiche dei prodotti agroalimentari nella giurisprudenza europea’.

La seconda parte della mattinata ha impegnato in una tavola rotonda su ‘La situazione della tutela delle Igp e delle Dop italiane, il caso ‘Balsamico’ a confronto con altri casi di tutela’, tra gli altri, anche Riccardo Deserti, esperto prodotti di qualita’ e gia’ direttore generale al ministero Politiche Agricole, il direttore generale di Aicig (Associazione italiana Consorzi Indicazione geografica), Piermaria Saccani, il direttore del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Leo Bertozzi, e la responsabile del servizio Percorsi di Qualita’ della Regione Emilia Romagna, Roberta Chiarini.