Modena, 17 febbraio 2012 - Non è uno choc paragonabile a quello dell’estate 2009, quando Vittorio e Annamaria, figli di Giorgio Fini, furono costretti ad annunciare la chiusura dello storico ristorante di Rua Frati, simbolo della gastronomia modenese e dell’hotel adiacente. Ma anche in questo caso si può parlare di un capitolo di storia della città che si chiude, anche se si tratta di una chiusura indolore per i dipendenti, che manterranno tutti il posto di lavoro: la gestione dell’hotel Real Fini di via Emilia Est, inaugurato nel 1975, passa dalla famiglia Fini a un’altra famiglia di albergatori modenesi, rappresentata da Elia Rinaldi e dai suoi figli. Già gestori dell’hotel San Marco di Sestola, gli acquirenti controllano anche strutture sanitarie a Bologna e Ferrara.
Il contratto è stato chiuso ieri, sono la stessa Annamaria Fini, insieme al figlio Andrea, a spiegare come sono andate le cose.
 

«Negli ultimi mesi — spiega Andrea — sono arrivate diverse proposte di acquisto della gestione. Alcune anche da parte di grandi catene alberghiere. Ma non ci sono piaciute. Ci siamo invece trovati d’accordo fin da subito con la famiglia Rinaldi. Ci somigliamo, facciamo lo stesso mestiere con sporito familiare, l’intesa è stata automatica». «E a noi fa piacere cedere a questo genere di persone — aggiunge la madre Annamaria — Una grande catena avrebbe snaturato l’albergo, i signori Rinaldi invece lavoreranno nella continuità. Non a caso il contratto prevede la permanenza del marchio Fini per tutto il primo anno. Poi si vedrà».
 

Per Annamaria non si tratta di un giorno come gli altri: «Pur avendo accettato un’offerta che ci soddisfa — spiega — oggi sento un po’ una stretta al cuore. E’ un pezzo di storia della nostra famiglia che inevitabilmente finisce, anche se restiamo comunque i gestori della Baia del Re e della rosticceria in corso Canalchiaro. Ricordo ancora l’inaugurazione dell’hotel nel 1975, che fu contestuale all’apertura dello stabilimento di Albareto. E quel giorno festeggiavo anche la mia laurea. Da queste stanze sono passate grandi personalità — ricorda Annamaria — da Michail Gorbaciov e Michael Douglas, da Berlusconi a Luciano Pavarotti, che per prepararsi al concerto del Novi Sad qui alloggiava e provava. E poi le grandi squadre di calcio e di pallavolo, i clienti della Ferrari. Insomma, i ricordi sono tanti».
 

«Ma noi cercheremo di dare continuità a tutto questo — spiega Elia Rinaldi, che si appresta a gestire l’hotel insieme ai figli — Entro in punta di piedi, cercando di non cambiare nulla perché non c’è nulla che deve essere cambiato. E sfrutteremo i 43 anni di esperienza che abbiamo accumulato nel campo delle strutture alberghiere. Manterremo i 22 dipendenti senza problemi, il catering sarà sempre a marchio Fini, continueremo a servire la gastronomia di corso Canalchiaro. Sappiamo bene che il momento non è positivissimo per il settore alberghiero, ma in realtà non lo è per l’economia in generale. Accettiamo la sfida con entusiasmo — aggiunge — e guardiamo con interesse anche a quello che succederà a Modena nei prossimi mesi. Sappiamo che il 10 marzo verrà inaugurato il museo Casa Enzo Ferrari, una struttura che sicuramente sarà un’attrattiva per i turisti che vorranno venire a Modena. Cercheremo di farci trovare pronti».