Modena, 28 marzo 2012 - E’ stata confermata in appello la condanna di primo grado in abbreviato a 19 anni e quattro mesi di reclusione per Marco Manzini, il tecnico 37enne giudicato colpevole dell’omicidio volontario della moglie trentenne Giulia Galiotto, avvenuto l’11 febbraio 2009 a San Michele di Sassuolo, nel Modenese. L’uomo, dopo aver ucciso la consorte con una pietra, ne aveva inscenato il suicidio gettandola nel greto del fiume Secchia, ma era stato scoperto e arrestato dopo poche ore.
 

La Corte d’Assise di Appello di Bologna non ha accolto i ricorsi presentati dal sostituto procuratore di Modena Pasquale Mazzei, che chiedeva l’aggravante della premeditazione per l’imputato, e della difesa di Manzini, che invece aveva chiesto gli fosse riconosciuto il vizio parziale di mente. Accolta invece la richiesta della parte civile: a ciascuno dei genitori della vittima andranno 451.000 euro, alla sorella 151.000 euro.