Modena, 11 dicembre 2012 - UN TEMPO la catenina d’oro si tramandava di madre in figlia, gli orologi di padre in figlio, e così via fino ai nipoti. Era l’eredità di famiglia, una ricchezza da tenere sempre con sè. Oggi è cambiato tutto: l’oro è potere d’acquisto e, nonostante tutto, va venduto.
Certo, il motivo è la crisi economica. Già nel 2011 c’era stato un picco di vendite in giro per i Compro oro della città, che non ha accennato a calare.

«L’OFFERTA di oro è sempre altissima — il commento di Marcello Muletto, di ‘Compro Oro’ in viale Amendola —, il problema è che è aumentata molto la concorrenza: ora in ogni angolo della strada c’è chi compra e rivende». Un chiaro sintomo della tendenza che sta attraversando non solo il paese intero, ma anche quella piccola isola felice che Modena è sempre stata.
«Non è semplice nemmeno per noi, le persone sono aumentate, ma anche la concorrenza».
«Per questo — continua Muletto — il 2012 è stato un anno abbastanza regolare rispetto al 2011, in cui c’era stato davvero un boom impressionante di offerta».
La fascia di età, poi, è più variegata che mai. Dagli anziani ai più giovani, tutti preferiscono il contante, che quantomeno permette di pagare le bollette. Ma resta sempre difficile farlo a cuor leggero: «Se vendono l’oro di solito sono cose personali», racconta Francesco Civilla, il negozio ‘Luxor’ lungo via Saragozza.
«Chi viene qui per la maggior parte vende perchè ha davvero bisogno di soldi liquidi», ora che incombe anche l’Imu sulla testa delle famiglie poi, a maggior ragione.
«Ma ci sono anche tante persone che si liberano dei preziosi per paura dei ladri», ammette Civilla.
Altra tendenza che purtroppo racconta la società e la città in cui viviamo.
«Per quanto riguarda questo 2012, devo ammettere che un aumento c’è stato», continua. «Ho registrato picchi altissimi di offerta soprattutto nei mesi estivi — che coincidono con le ferie —, e negli ultimi mesi: ottobre e novembre». E, come già appurato, anche Civilla conferma che il venditore non ha età.
«Vengono anche ragazzi giovani, che devono andare avanti. é triste, ma le persone vendono davvero per affrontare le spese quotidiane, per arrivare a fine mese», la sua amara constatazione.

NULLA di diverso dall’orefice Enrico Benini, due negozi in centro, in corso Canalchiaro e in via Castellaro. «La concorrenza è diventata altissima, ma a discapito della qualità, della sicurezza». Lui è nel giro da più di vent’anni, e sostiene che «quest’anno sia uno dei peggiori mai vissuti».
Perchè la crisi c’è e la gente vende, al punto da spingere evidentemente troppe persone verso questo tipo di commercio, mettendo in difficoltà gli ‘storici’.
Insomma, se il 2011 era cominciato male, il 2012 non ha dato tregua, senza sconti per nessuno, commercianti compresi. I cassetti sono stati svuotati di tutti i beni, le casseforti pure e i portagioie anche. E ora che la busta a fine mese non basta più, sono i riordi a pagarne le conseguenze.

Chiara Mastria