A SCUOLA PIÙ RISPETTO

ALL’INIZIO di ogni anno scolastico, la memoria dei genitori e dei nonni fatalmente ritorna alla sbiadita magia del primo giorno. Te la ricordi la classe delle elementari in centro a Modena? E com’era quella piccola aula a Carpi? E come si chiamava quel compagno di banco nella sezione C di Mirandola? L’hai mai più rivista, la maestra che ti costringeva a recitare la tabellina del sette? Ma siamo proprio sicuri che tre per zero faccia zero?!?

Tranquilli, non sono qui per abbandonarmi alla solita tiritera nostalgica, il grembiule bianco e il grembiule nero, il fiocco azzurro, l’astuccio, la cartella e la maledizione del temperino, che ovviamente non trovavi mai quando avevi bisogno di fare la punta alla matita...

No: semmai dai frammenti dell’epoca che fu io vorrei venisse recuperata, da Concordia a Montefiorino, da Frassinoro a Bomporto, una cosa che invece temo sia andata perduta.

Il rispetto per gli insegnanti.

Eh, non dico di tornare al sacrale, anche bigotto rispetto di cui godevano maestri e maestre quando erano considerati importanti come il sindaco, il parroco e il prefetto.