Abbandonano le figlie: "Erano aggressive". I genitori rischiano il carcere

Modena: la coppia aveva adottato le bambine, ma poi il rapporto si era deteriorato. Le piccole hanno denunciato pesanti maltrattamenti

Minori e violenza: il caso a Modena

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Sono accusati di aver maltrattato, sottoposto a durissime punizioni e infine abbandonato quelle due bambine che, dopo tanti anni e sacrifici erano finalmente riusciti ad adottare. Ora una mamma e un papà residenti nella nostra provincia rischiano il carcere: saranno infatti giudicati nell’ambito del processo con rito abbreviato, incardinato ieri, il prossimo dieci novembre. E’ una storia di grande sofferenza quella che si discute nelle aule di tribunale. Da una parte ci sono infatti due genitori che ammettono di aver commesso errori ma "a fronte di un rapporto difficilissimo con le due minori adottate e di un abbandono da parte delle istituzioni". Dall’altra, però, ci sono due presunte vittime, oggi adolescenti di 15 e 16 anni che denunciano di aver subito pesanti maltrattamenti e sevizie da parte dei genitori adottivi.

La vicenda inizia nel 2016 quando, a seguito del lungo iter per adozioni internazionali, i coniugi diventano i genitori adottivi di due sorelle di 9 e 10 anni. Secondo la difesa, rappresentata dall’avvocato Alessio Anceschi, le bimbe avevano avuto una infanzia particolarmente difficile: dopo essere state tolte dai servizi sociali alla madre naturale erano state inizialmente affidate ad una coppia che le avrebbe maltrattate. All’arrivo in Italia, secondo il legale, avrebbero avuto quindi un atteggiamento di repulsione verso i genitori adottivi tanto da mostrarsi sempre più ’oppositive’ e in alcuni episodi aggressive. Fatto sta che per cercare di seguirle al meglio, i coniugi abbandonano l’attività che gestivano in un altra provincia e si trasferiscono qui, ma il rapporto con le bambine, durante il lockdown, sarebbe degenerato a tal punto da portare i genitori a rivolgersi – spiega la difesa – ai servizi sociali e successivamente al tribunale dei minori chiedendo aiuto. Alla fine, nella primavera del 2020, la mamma delle bambine abbandona le sorelle nella sede dei servizi sociali e se ne va.

"La mia assistita è stata poi soccorsa e ricoverata per esaurimento nervoso", sottolinea l’avvocato. Nel frattempo le sorelle vengono trasferite in una comunità d’accoglienza e scatta la denuncia, da parte dei servizi sociali nei confronti dei coniugi. Le minori, infatti, una volta in comunità raccontano di essere state picchiate, maltrattate quotidianamente dai genitori adottivi e sottoposte a sevizie con pesanti punizioni. Le adolescenti, infatti – sentite nell’ambito dell’incidente probatorio e ritenute credibili a seguito di una valutazione psico diagnostica – hanno denunciato di essere state segregate quotidianamente e per ore in uno sgabuzzino. "I miei assistiti erano esasperati ma poi hanno chiesto di rivedere le figlie – sottolinea l’avvocato Anceschi – Non hanno mai chiesto la revoca dell’adozione e avevano rappresentato una situazione complessa agli assistenti sociali, chiedendo aiuto. Hanno voluto essere genitori, hanno voluto quelle bambine e si proclamano innocenti". Ma la versione delle due sorelle è stata appunto ritenuta credibile, tanto che ora i due genitori rischiano una pesante condanna per abbandono di minore e maltrattamenti. "Sarà il giudice a stabilire qual è la verità – commenta il legale delle parti civili".