VALENTINA REGGIANI
Cronaca

Accademia, ufficiale sotto inchiesta: "Ansie, frustrazioni e forte stress. Il clima era teso già undici anni fa"

Questo lo scenario emerso da un’analisi svolta nel 2013 riguardante l’ambiente lavorativo alle Scuderie. In servizio c’era il tenente colonnello Cati, oggi accusato di stalking nei confronti di undici soldati.

Accademia, ufficiale sotto inchiesta: "Ansie, frustrazioni e forte stress. Il clima era teso già undici anni fa"

l tenente colonnello dell’Esercito Giampaolo Cati

Era il 2013 eppure già undici anni fa il clima che si respirava all’interno delle scuderie dell’ Accademia militare non sarebbe stato dei migliori. La circostanza emerge da una delle analisi svolte periodicamente sul clima organizzativo della caserma Fabrizi: analisi che, per volontà del comando, venivano effettuate proprio per cogliere sul nascere segni di eventuali turbative emergenti del personale (e a cui l’Accademia è sempre stata attenta).

Ebbene già oltre dieci anni fa i palafrenieri lamentavano turni troppo pesanti ma, soprattutto, stress lavorativo e situazioni che certo non favorivano un clima di lavoro sereno.

E undici anni fa in servizio c’era il tenente colonnello dell’Esercito Giampaolo Cati, oggi accusato di stalking nei confronti di quattro donne e sette uomini, violenza privata con abuso dei poteri e di autorità e minacce e ingiurie ai propri inferiori al centro ippico dell’Accademia militare. Cati sarà giudicato con rito immediato (l’udienza è prevista a marzo del prossimo anno).

La difesa ha presentato richiesta di anticipo del giudizio immediato ma ad oggi non risulta pervenuta alcuna risposta. Già nel 2013 il carico di lavoro appariva eccessivo, il gruppo dei palafrenieri ‘intervistati’ sottolinearono di avvertire un clima di tensione, stressante, dove è difficile farsi apprezzare dai Superiori e nel quale le comunicazioni sono inefficaci e, talvolta, sproporzionate. Per i palafrenieri apparivano poi scarse le occasioni di gratificazione: "A fronte di una mansione che non contribuisce, in termini di punteggio, al concorso per entrare in servizio permanente; il 75% riconosceva che il clima non era positivo: ansia (50%, 10 persone), frustrazione (15%, 3 soggetti) e timore (10%, 2 soggetti) di sbagliare sono sentimenti diffusi".

Le conclusioni circa l’analisi di clima della caserma "Fabrizi" erano relative ad un quadro situazionale variegato e complesso. Da quanto emerso, la Fabrizi sarebbe apparsa come un ambiente poco confortevole e relativamente pericoloso, al di là del fatto che l’infrastruttura è vecchia (o storica a seconda dei punti di vista).

Negli anni la situazione all’interno delle scuderie è però diventata ‘esplosiva’ e preoccupante tanto che all’ufficiale, oggi, vengono contestate una serie di gravi e umilianti condotte: rimproveri continui al personale, spesso senza ragioni oggettive, scatti di rabbia ma anche punizioni di vario genere.

E forse già in quelle ‘interviste’ qualcuno voleva far trapelare qualcosa. Tra le contestazioni mosse a Cati vi sono anche molestie continue nei confronti del personale femminile, con battute a sfondo sessuale. Erano state proprio le vittime a denunciare le vessazioni e le umiliazioni subite e i vertici dell’accademia Militare, tra cui il comandante Scalabrin avevano subito raccolto le segnalazioni per poi far partire le indagini, informando delle gravi circostanze l’autorità giudiziaria.

Tutto era partito da una relazione di servizio redatta dal comandante di corpo del reparto comando dell’Accademia dopo che, nella seconda metà di novembre, un sergente gli aveva rappresentato alcune criticità relative alla gestione del personale impiegato nel centro ippico militare. Lo stesso aveva fatto presente (proprio come nel 2013) uno stato di poca serenità ed ansia che il personale ufficiale, sottufficiale, graduato e volontario impiegato nel centro ippico viveva a causa di eccessivi ritmi di lavoro e della condizione di stress psico fisico a cui veniva sottoposto.

A quel punto il comandante aveva convocato anche gli altri palafrenieri, tra cui un luogotenente che svolgeva servizio al Cim da oltre 20 anni e che confermò un ‘clima psicologico pesante’ fatto di vessazioni e abusi verbali. Preso atto della situazione, il comandante aveva quindi informato il capo di Stato Maggiore dell’Accademia riportando solo alcuni elementi, essendo alcuni di probabile rilevanza penale che a quel punto avrebbero dovuto essere di suo uso esclusivo e del comandante. Eppure, seppur l’informativa fu poi consegnata in busta chiusa, ‘misteriosamente’ si creò nel centro ippico in quei giorni un clima di tensione: per ragioni ad oggi sconosciute Cati era venuto a conoscenza dell’indagine a suo carico.