Non piace a Rifondazione comunista il nuovo assetto del Pronto soccorso che è strato illustrato nei giorni scorsi dall’assessore regionale Donini: "Gli “accessi impropri” ai pronto soccorso si gestiscono con più medicina del territorio, non con nuovi acronimi".
Secondo Rc, con l’accordo fra Regione Emilia-Romagna e i sindacati dei medici di Medicina generale sul coinvolgimento dei professionisti nei Centri di assistenza e urgenza, la Regione prova a ridare fiato ai Pronto Soccorso ormai al collasso per carenza di personale, "ma sono evidenti le criticità della manovra".
"Innanzi – si legge in una nota di Rifondazione – tutto riesce difficile immaginare che i medici di continuità assistenziale, fino ad oggi tenuti ai margini del SSR, privati di strumenti diagnostici e terapeutici, nonché della necessaria formazione, possano da un giorno all’altro occuparsi di una casistica di casi così vasta, come i cosiddetti “codici minori”, senza avere il supporto, da un lato, delle strutture ospedaliere, già ridotte all’ osso in termini di posti letto e di personale, e dall’atro dei pronto soccorso, costantemente sotto stress, e per i quali non è prevista assunzione di personale. È previsto invece il recupero di personale medico dalla soppressione di diverse unità di auto mediche in Regione. Andando ad aggravare il rischio che il vero sistema di pronto soccorso, quello che garantisce intervento immediato sul luogo ove si trova il paziente grave, venga seriamente depotenziato".