JACOPO GOZZI
Cronaca

Addio a Pomodoro. La sua scultura simbolo della battaglia partigiana: "Monito per il presente"

L’opera collocata nel Famedio di San Cataldo raffigura una piramide spezzata. Mezzetti: "Monumento identitario, lascia un’eredità di cui siamo orgogliosi". Respi (Fondazione Ago): "Era umile, aperto al confronto e attento ai giovani".

’Una battaglia partigiana’: l’opera in ricordo dei caduti della Resistenza modenese

’Una battaglia partigiana’: l’opera in ricordo dei caduti della Resistenza modenese

La firma di Arnaldo Pomodoro, scomparso domenica sera alla vigilia dei suoi 99 anni, resta scolpita, indelebile, all’ingresso del Cimitero Monumentale di San Cataldo, a Modena, e in piazza Lusvardi, a Soliera.

"Una battaglia partigiana": questo il titolo dell’opera collocata nel Famedio in ricordo di tutti i caduti della resistenza modenese. La scultura, commissionata a Pomodoro dal Comune di Modena e dall’Anpi nel 1971, venne inaugurata l’8 dicembre 1972, in occasione del 25° anniversario del conferimento della Medaglia d’Oro al valor militare al Comune di Modena.

Si tratta di una scultura monumentale che raffigura una massiccia piramide tronca, realizzata in acciaio inox e bronzo patinato. Al centro della piramide è conficcato un pilastro in acciaio inossidabile, a sezione quadrata, piatto in alto e appuntito alla base. Come spiega Lorenzo Respi, direttore mostre e collezioni della Fondazione Ago, l’opera rappresenta visivamente un cuneo che penetra la piramide, aprendo una ferita da cui si sprigiona l’energia della trasformazione.

"L’opera – sottolinea Respi – racconta simbolicamente la lacerazione della società tra le due guerre, in particolare la Seconda, che l’artista ha vissuto, ma anche la frattura della ricostruzione sociale nell’immediato dopoguerra. Una frattura che si apre con tutti i segni classici del linguaggio artistico di Pomodoro, il quale credeva fermamente che lo spazio dovesse entrare nella materia".

"Per lui la scultura – prosegue Respi – doveva essere in grado di guardarsi dentro. Simbolicamente, è proprio da quella frattura, dal cuneo che spezza la piramide, che nascono le forze capaci di rigenerare una società ferita, lacerata, in conflitto con sé stessa. Non si tratta di un’opera politica, ma profondamente civile, per ricordare che la Memoria non va soltanto celebrata, ma attualizzata e riportata nel presente, soprattutto per i giovani: e questo, Pomodoro lo sapeva fare benissimo".

Respi, che ha collaborato con l’artista per ventidue anni nella Fondazione Arnaldo Pomodoro di Milano, dapprima come conservatore delle collezioni e curatore delle mostre, poi come membro del Comitato Scientifico, ne traccia anche un ricordo umano. "Un aspetto che mi ha sempre colpito – aggiunge il direttore – è l’attenzione costante che Pomodoro aveva nei confronti dei giovani: li sosteneva, coinvolgeva e stimolava costantemente. Nonostante la fama, riusciva sempre a essere umile. È vero: era esigente, severo, non lasciava nulla al caso, ma lo faceva sempre con rispetto, entusiasmo e apertura al confronto, mostrando un lato umano straordinario".

Anche il sindaco di Modena, Massimo Mezzetti, si aggiunge al cordoglio nei confronti dell’artista. "Ci lascia un assoluto protagonista dell’arte contemporanea – le parole di Mezzetti – che ha avuto tanti e importantissimi legami con la nostra città, il territorio modenese e tutta l’Emilia-Romagna. L’opera che si trova al Famedio partigiano del cimitero di San Cataldo è la scultura che simboleggia ciò che sta alla base dell’identità di Modena, che rinacque dopo la guerra".

E ancora, tanti ricorderanno la perfezione della sua ‘Sfera n° 1’ che lo fece conoscere al mondo e fu esposta nel Palazzo dei Musei in occasione dell’edizione 2004 del Festivalfilosofia. "Pomodoro lascia un’eredità di cui siamo grati e orgogliosi, salutiamo un maestro che ha disseminato di bellezza tante città italiane e non solo". Nella nota di cordoglio, la sindaca di Soliera, Caterina Bagni, fa riferimento alle opere di Pomodoro esposte nel comune della provincia modenese. Nel corso degli ultimi anni, infatti, Soliera ha ospitato, in piazza Lusvardi, due opere di Pomodoro: ‘L’Obelisco di Cleopatra’, in città dal 2020 al 2024, che vide, al momento dell’inaugurazione, la presenza dello stesso artista e ‘Lancia di Luce II’, installata soltanto poche settimane fa (l’inaugurazione è prevista a inizio luglio). "La sua scultura – commenta la sindaca – è sempre stata ponte tra materia e pensiero, tra storia e futuro.

A Soliera abbiamo vissuto in prima persona l’energia del suo linguaggio artistico, che continua a parlare a tutte le generazioni".