Addio Amos, angelo custode del Pci "Accompagnò Berlinguer da Moro"

Giovanardi si è spento a 91 anni: fu autista anche di Togliatti e di 4 sindaci. La figlia: "Lottava per i suoi ideali"

Addio Amos, angelo custode del Pci  "Accompagnò Berlinguer da Moro"

Addio Amos, angelo custode del Pci "Accompagnò Berlinguer da Moro"

"La guardia del corpo per i dirigenti del Pci non è un lavoro o un mestiere che ti scegli tu. Vieni scelto: per i tuoi ideali politici, per le caratteristiche fisiche e per la serietà e il coraggio dimostrati". Così Amos Giovanardi, morto ieri a 91 anni, in una intervista rilasciata a Jenner Meletti e apparsa nel 2017 sul periodico Iskra, descriveva quella che definiva la sua ‘missione’. Negli anni romani, tra il 1950 e la metà degli Ottanta, autista e guardia del corpo di Palmiro Togliatti prima e poi di Enrico Berlinguer, e dopo, a Carpi, autista di vari sindaci, da Losi a Campedelli (padre), poi Cigarini e Bergianti. Una vita di ideali politici, e non solo, la sua, dedicata al Partito comunista italiano, proseguita poi come militante Pds, Ds e Pd. Come ricorda la figlia Simona, "tutto è partito da quella chiamata a Roma, nel 1952, quando papà era appena ventenne, per andare a comporre la scorta del segretario Palmiro Togliatti. Sono stati per lui anni importanti – prosegue la figlia –. Viveva nello stesso stabile di Togliatti, e anche i rapporti con Nilde Iotti erano, inevitabilmente, quotidiani". Alla fine degli anni Settanta, Giovanardi è stato richiamato a Roma per scortare Enrico Berlinguer in una fase politica particolarmente tesa, e accompagnare in quella occasione due suoi giovani ‘pupilli’ partiti per Roma in nome degli stessi ideali: Otto Grassi e Alberto Marani (morto nel febbraio 2022 a 67 anni, ndr), autisti e guardie del corpo di Enrico Berlinguer. Lo stesso Giovanardi, la sera del 16 febbraio 1978, ha accompagnato in segretezza Berlinguer a quello che è stato il terzo e ultimo incontro con Aldo Moro, giusto un mese prima del rapimento dello statista Dc. "Papà raccontava sempre in casa degli anni romani – afferma la figlia –. Subito dopo il matrimonio mamma lo aveva seguito e anche nostra sorella maggiore ha abitato nella capitale fino al 1959. Quel periodo ha profondamente segnato la sua vita, rafforzando le convinzioni che non lo hanno mai abbandonato. Era nato in una famiglia di contadini, desiderosi di lottare per i propri ideali". "Era allegro, loquace, parlava con tutti – ricorda l’amico Otto Grassi – una persona unica". "Avevo 6 anni la prima volta che mi hai preso sulle ginocchia mentre con il nonno Alfredo e gli amici dell’Anpi andammo a Roma in gita – lo ricorda il sindaco Alberto Bellelli –. Un uomo grande, alto e col sorriso sempre pronto ad accoglierti. Da bambino mi ci perdevo nelle tue braccia mentre orgoglioso ci accompagnavi come capo delegazione per la prima volta accolti al palazzo del Quirinale. Crescendo non ci siamo mai persi di vista, ed anche se ero cresciuto in altezza, ho continuato a perdermi nel tuo abbraccio. I tuoi aneddoti sui sindaci di Carpi, nei tuoi racconti sul Pci di Roma e su Togliatti mi hanno fatto compagnia nei pranzi del Circolo Giliberti e nei pomeriggi sul pianerottolo del Kalinka. Mi mancherai tanto Amos, ma se chiudo gli occhi la stretta delle tue braccia mi sembra di sentirla anche ora". Affettuoso anche il ricordo di Enrico Campedelli, già sindaco e figlio del sindaco Onorio: "Lo rivedo quando ero piccolo, autista e uomo di fiducia di papà, ma anche da adulto quando abbiamo conservato una amicizia di famiglia". Il funerale in forma civile si svolgerà domani alle 15.30 presso Terracielo Funeral Home: dopo un breve saluto alla presenza della banda il feretro proseguirà per l’ara crematoria. Maria Silvia Cabri