«Adesso Fabio da lassù fa il tifo per noi»

Finale: commovente predica di don Bernabei ai funerali di Vulcano, il 26enne ricercatore universitario scomparso in un tragico incidente

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«Prima il giorno della Parasceve, della festa, poi la tragedia, la morte di Gesù». Don Daniele Bernabei prima di commentare il brano del Vangelo che apre la messa funebre di Fabio Vulcano, il giovane di 26 anni morto in un tragico incidente stradale, fa una premessa. «Le parole sono quasi ininfluenti, per momenti come questo non ci sono» ha commentato nella chiesa gremita di tantissimi giovani, amici di Fabio, di tanti finalesi e di fronte all’immenso dolore dei familiari. «Nel brano del Vangelo, come nella vita di Fabio – spiega – si alternano due momenti, e si confondono i ‘piani’: prima la festa, la vita, la giovane età, poi la tragedia. Gesù aveva festeggiato con gli amici la Pasqua, poi è finito in Croce. Fabio aveva davanti a sé una intera esistenza da vivere, eppure la sua giovinezza si è scontrata con la morte, improvvisa, inaspettata. Che senso ha tutto questo? Perché Gesù che faceva del bene è andato in Croce e Fabio alla morte? I nostri occhi umani sono oggi impediti, ma chiediamo al Signore la speranza della vita eterna. E’ là il nostro luogo di gioia, a noi spetta proseguire la vita di Fabio, che da lassù fa il tifo per noi. ». Fabio «dal carattere solare, bravo in tutto, al violino e al basso, al liceo Morandi e all’Università» ricordano gli amici. La mattina della tragedia la sua auto si è scontrata con un camion che ha cercato di sterzare. Stava andando a Modena, al Dipartimento di Chimica, dove era ricercatore. Un giovane dotato, «bravissimo a scuola, con la passione della chimica fin da ragazzo, sempre sorridente» ricorda un compagno di classe. Fabio era l’orgoglio di papà Salvatore, di mamma Teresa, del fratello Davide, di nonne e zii.

v.bru