Affluenza: crollo a Bomporto, a Novi è in calo

Urne ’vive’ solo dove si vota per il sindaco: a livello provinciale si è espresso per il referendum circa il 20% degli aventi diritto

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Lontani dal 50 per cento più uno, anche a Modena nessuno dei cinque quesiti referendari sulla giustizia è riuscito a superare la soglia richiesta per la sua validità. Degli oltre 518mila elettori modenesi chiamati al voto alla fine si è presentato appena il 20%. Alle 19 si era poco sopra il 14%, con percentuali variabili tra il 14,44% ed il 14,68% per il quesito che puntava alla separazione delle carriere dei magistrati. Rispetto all’andamento provinciale, si è registrata solo l’eccezione che ha riguardato i comuni dove si votava per il rinnovo dei sindaci e dei consigli comunali, dove le percentuali di partecipazione al referendum sono state di poco inferiori alla affluenza per le amministrative. Comunque è stata una sconfitta per i proponenti che miravano a cancellare la norma che prevede, dopo la condanna in primo grado, l’incandidabilità, incompatibilità e sospensione per gli amministratori locali; la separazione delle carriere per i magistrati; l’eliminazione dell’obbligo di un magistrato di raccogliere da 25 a 50 firme per presentare la propria candidatura al Csm; l’abrogazione della "reiterazione del reato" tra i motivi per cui i giudici possono disporre la custodia cautelare in carcere o i domiciliari per una persona durante le indagini e quindi prima del processo; infine, della norma che finora ha impedito ad avvocati e professori universitari di partecipare alla valutazione sui magistrati. I proponenti, Lega e Radicali, appoggiati da Forza Italia, Italia Viva, Azione e su alcuni dei cinque quesiti anche da Fratelli d’Italia confidavano che la decisione di votare insieme alle amministrative, un test che a livello nazionale ha interessato circa il 20% dell’elettorato (a Modena però appena il 5%) consentisse di favorire l’affluenza ed il raggiungimento della soglia indispensabile. Non è stato così neanche nei comuni di Bomporto, Castelnuovo Rangone e Novi di Modena, chiamati a scegliere i sindaci e i consigli comunali. Anche qui al seggio c’è stato chi non ha ritirato la scheda, manifestando così il proprio disinteresse per questo tipo di referendum. Preoccupa comunque, rispetto alla consultazione di cinque anni fa per Castelnuovo e Novi e di tre anni fa per Bomporto, la flessione del 6,58% in media (dato delle 19) della affluenza registratasi in questa tornata amministrativa in ambito modenese. Soprattutto a Bomporto, dove si è votato anticipatamente rispetto alla scadenza del 2024 per l’abbandono clamoroso del sindaco Angelo Giovannini, eletto nel maggio 2019, la disaffezione ha raggiunto oltre il 20%, scendendo al 46,42% rispetto al 67,94% (ma nel 2019 si votava anche per le elezioni europee), quasi certamente segno che non è stato apprezzato quanto successo, ed è un segnale che rende particolarmente incerta la sfida per la guida del comune. Minore la flessione a Novi, dove (alle 19) ha votato il 34,87% contro il 38,20% di cinque anni fa. Abbastanza in linea, anzi migliora, il dato finale della affluenza a Castelnuovo Rangone dove questa volta si è toccato - ore 19 - il 31,74% (nel 2017 era stata del 30,14%). Oggi pomeriggio si saprà chi ha vinto le sfide tra Gelatti, Meschiari e Milone a Bomporto, Boni e Paradisi a Castelnuovo e Diacci e Ferrari a Novi.

Alberto Greco