Affluenza sprint al mattino, poi il crollo Mugugni sul tagliando anti-frode

Viaggio tra le sezioni. Lo strappo della linguetta sulla scheda non convince: "Siamo nel Donbass?". Proteste per i registri divisi tra uomini e donne. I presidenti di seggio: "Semplifica la ricerca dei nomi"

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di Gianpaolo Annese

C’era quasi fretta di andare a votare: i seggi sono stati presi d’assalto insolitamente più al mattino che alla sera, complice probabilmente una domenica piovosa che non ispirava gite fuoriporta. In quasi tutte le sezioni si sono registrate lunghe code per l’attesa, sebbene alla fine l’affluenza sia risultata nettamente più bassa rispetto a quattro anni fa: "Alle 13 eravamo già arrivati al 40% degli aventi diritto nel nostro seggio, l’altra volta il flusso era stato più diluito nel corso della giornata: non abbiamo avuto un secondo di pausa...", racconta Enrico Sitta, presidente del seggio numero 3 alle Paoli. E tuttavia l’affluenza (mentre andiamo in stampa) in provincia è stata di poco superiore al 73%: alle 12 era al 23,61 per cento e alle 19 al 60,43 per cento, sopra la media nazionale, ma comunque in drastico calo rispetto al 2018, quando il dato si attestò sul 79,50. Modena capoluogo si è attestata sul 74,64, cinque punti in meno sulle precedenti. Tracollo tra gli altri a Bastiglia (da 82 a 72 per cento), a Bomporto (da 81 a 71), a Camposanto (da 82 a 75).

Intanto per quanto concerne i voti, mentre andiamo in stampa

nel plurinominale in 245 seggi su 1893 il centrodestra è al 42,90 per cento, il centrosinistra 32,89, il M5s al 9,40. Nell’uninominale Modena in 143 seggi su 1021 Enrico Aimi è al 41,65 in largo vantaggio sulla Rando al 33,77, Mantovani del M5s al 9,90.

Le file che si sono formate, in alcuni casi anche di 20-25 persone, oltre alla concentrazione di elettori nelle ore mattutine erano dovute al tagliandino anti-frode: non una novità (aveva debuttato nel 2018), ma ancora accolto con sorpresa e qualche mugugno da tanti elettori. "Il problema – continua Sitta – è che molte persone non erano informate. A un certo punto qualcuno è stato anche offensivo: ’Ma che siamo in Donbass…?’, temevano che il voto fosse identificabile".

Anche il vicepresidente di seggio Oreste Sini sempre alle Paoli si è ritrovato a spiegare le ragioni del tagliandino: "Di sicuro rallenta di molto le operazioni". Quanto alla tipologia di elettori, "ci sono stati nel nostro seggio tanti giovani che sono venuti a votare e anche molti anziani, anche chi ha delle disabilità si fa accompagnare, se vede che ci tengono a venire e osservano tutto: che tu per esempio stia staccando effettivamente il tagliandino, che vengano riposte nelle urne le due schede, ".

E d’altronde la linguetta anti-frode può creare complicazioni nella chiusura delle schede: in un seggio un elettore è uscito con la scheda aperta chiedendo aiuto e quando gli scrutatori gli hanno implorato ’chiuda, chiuda, per carità...’, ha pensato bene di tirare la tenda dietro di sè invece di ricomporre scheda. "L’obiezione più frequente – conferma Alessandro Patisso, presidente di seggio alle San Giovanni Bosco – è stata: non è che diventa identificabile così, che fine fa il voto segreto? Li abbiamo rassicurati facendo vedere che il tagliandino veniva staccato dalla scheda e non era in nessuno modo riconoscibile". Altro motivo di fibrillazione in alcuni seggi è stata la suddivisione dei registri tra uomini e donne, una separazione che è sempre esistita ma che in questa tornata è stata avvertita come un anacronismo. In via Carbonieri la protesta più clamorosa, tanto che le forze dell’ordine hanno dovuto rimuovere i cartelli con le scritte che identificavano i due registri e l’elettore ha detto che li avrebbe fatti togliere in tutti gli altri seggi: "È un modo per semplificare le procedure ed è così da sempre", spiega un presidente di seggio.

"Qualche protesta l’ha registrata anche Lia Salerno alle Paoli: "Abbiamo spiegato che si tratta di una divisione per semplificare la ricerca dei nominativi degli elettori". Alla signora Isabella Severi è capitato di dover cedere il posto in fila a un uomo nella sua sezione di Mirandola perché si stava registrando già una donna: "Io non sapevo di questa regola, per me non c’è nessun problema, però nessuo ci ha informato, ci sono rimasta male: alla fine non ho votato".