Affreschi del ’300 nella chiesa di San Lazzaro

A scoprirli sono stati esperti e tecnici entrati nel luogo di culto che è chiuso da undici anni. Raffigurano santi pellegrini con l’aureola

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di Stefano Luppi

Immaginate la scena. L’emozione provata da chi si occupa di arte e assiste ad eventi che gli capitano una volta nella vita. Esperti e tecnici – pochissimi, tra cui la restauratrice di San Marino Agnese Maltoni – si arrampicano da una piccola finestrella esterna di una chiesa chiusa da undici anni e si trovano con grande sorpresa davanti a pitture su muro che l’occhio umano non vedeva da molti decenni, forse da secoli. È accaduto un paio di mesi fa a Modena, in via Emilia, presso la chiesa di San Lazzaro chiusa nel 2010 a causa di un grosso incendio seguito due anni dopo dal terremoto. Il gruppetto di esperti si è inoltrato nel sottotetto della chiesa, celato alla visione dal basso all’interno da un antico controsoffitto e ha numerose tracce di pittura dimenticata e immediatamente attribuita al tardo ‘300 o forse prima metà del ‘400. Il Carlino oggi svela in anteprima queste figure coloratissime, in parte misteriose e in stato di conservazione piuttosto precario. Ora il Comune, proprietario di San Lazzaro, interverrà dopo avere già realizzato una prima messa in sicurezza: con azione meritoria, infatti, l’amministrazione locale restaurerà la chiesa per riaprirla al pubblico probabilmente nel 2023. Espletate ovviamente tutte le procedure amministrative e i percorsi istituzionali che una scoperta di questo genere comporta. Ma vale la pena concentrarsi su queste opere d’arte su muro che a prima vista raffigurano dei santi pellegrini. Si tratta di una figura di viaggiatore cristiano che si diffonde a partire dal primo Giubileo del 1300 quando per bisogni spirituali i religiosi iniziano a girare nelle varie città. Ci diranno gli studiosi quali santi pellegrini sono quelli di San Lazzaro, quel che è certo è che le figure ritrovate presentano alcuni importanti attributi come l’aureola, un libro forse di preghiere, una campana tipica appunto del viaggiatore cristiano antico. Come si vede dalle immagini pubblicate qui per la prima volta questi uomini sono raffigurati all’interno di cerchi rossi, hanno tratti visivi semplificati, ma non troppo e presentano le vesti chiare ricoperte da misteriosi ’pois’. C’è poi un fregio decorativo, quasi un nastro, a unire tutte queste figure che sono ancora ben visibili nel sottotetto sulle due pareti corte di San Lazzaro, quella in controfacciata e quella di fondo dell’abside mentre le due pareti lunghe ospitano ormai pochi lacerti colorati. Scoperta importantissima dunque, che aggiunge un tassello fondamentale alla storia della pittura antica a Modena e si unisce a scoperte importanti degli ultimi anni come l’affresco del ‘300 ritrovato nel 2005 nel chiostro di San Biagio e le teste seicentesche di San Benedetto e Totila ritrovate al Monastero di San Pietro nel 2015. Purtroppo pare ben difficile riaprire alla visione pubblica queste straordinarie pitture: il controsoffitto, infatti, parrebbe secolare quindi ineliminabile e l’accesso al sottotetto è dato solo dalla finestrella esterna alla chiesa citata all’inizio. A dirlo è la dottoressa Agnese Maltoni che il Comune, con estrema attenzione al patrimonio monumentale pubblico, ha incaricato in quanto esperta di restauro. "Visto che mi avete chiamato – spiega – posso dire che gli affreschi sono in una condizione estremamente precaria soprattutto a causa delle infiltrazioni d’acqua. Certamente li restaureremo con attenzione anche se c’è il controsoffitto forse del ‘700 e l’accesso al sottotetto non è certamente agevole. Grazie al Comune di Modena restaureremo l’intero edificio, io per ora sulla pitture ho eseguito una messa in sicurezza e una prima pulitura. Qui ci sono anche tracce di un vecchio restauro". Ricordiamo che la chiesa è pregevole anche per una serie di affreschi, bellissimi, del 1523: sono in condizioni discrete e a breve il Comune restaurerà anch’essi.