
Studenti all'uscita di scuola (foto d'archivio)
Modena, 23 gennaio 2025 – Preso a calci dal branco senza nessuna ragione. Dopo il recente colpo messo a segno dalle forze dell’ordine con i recenti arresti, torna l’incubo delle bande giovanili davanti alle scuole. L’ultimo episodio è avvenuto martedì davanti all’istituto Wiligelmo in via Corassori. A essere aggredito è stato un ragazzo di 14 anni, che chiameremo Marco (è un nome di fantasia) e che frequenta il primo anno. "Mio figlio – racconta il padre infuriato per quanto accaduto – era uscito a mezzogiorno perché mancava l’insegnante dell’ultima ora. È andato alla fermata dell’autobus come ogni giorno per attendere la corsa e tornare a casa".
Gli si avvicina un ragazzo qualche anno più grande di lui: "Era alto, probabilmente veniva dalla scuola vicina, ma non ne siamo sicuri". Lo sconosciuto abbraccia Marco, simulando un’amicizia. "Lo comincia a palpeggiare all’altezza del giubbotto, forse voleva capire se avesse il portafoglio o qualcosa di valore nello zaino, mentre gli parlava con finta confidenza". Marco prova a distanziarlo, fa qualche passo indietro, ma lui "improvvisamente lo scaraventa per terra sferrandogli un calcio alle caviglie". Nello stesso momento spuntano dal nulla altri tre ragazzi, più o meno della stessa età, tra i 17 e i 18 anni, "probabilmente stranieri, parlavano un italiano stentato, che calciano mio figlio ripetutamente alle gambe mentre era a terra e lo colpiscono con diversi pugni alla schiena". Fortunatamente a un certo punto è arrivato l’autobus, Marco si alza velocemente ed entra. I delinquenti fuggono.
"Superfluo dire – aggiunge il padre – che mio figlio era sotto choc e non ha parlato fino a sera, quando poi si è confidato con noi. Non c’è stato bisogno di ricorrere al pronto soccorso, perché ha riportato per lo più lividi, ma non so cosa sarebbe successo se l’autobus avesse ritardato. A quell’ora non ci sono tante persone nel piazzale davanti alla scuola".
L’aspetto se possibile ancora più sconvolgente della vicenda "è che è sembrata un’aggressione non finalizzata a un furto, non lo hanno minacciato, non gli hanno chiesto qualcosa. È stato un atto di violenza gratuita".
Il padre tiene a riferire quanto accaduto "per sensibilizzare gli insegnanti, i genitori e le istituzioni su questa situazione, che da quanto si sente è piuttosto diffusa tra la zona Corassori e il polo Leonardo. Dal Comune avevano detto che ci sarebbe stato un maggior controllo della polizia municipale, al momento non sembra". Anche sul fronte normativo, dice il genitore, "ci sarebbero delle cose da rivedere: sappiamo che hanno arrestato qualcuno di queste gang che, però, dopo che gli sono stati assegnati i domiciliari sono comunque obbligati alla frequenza a scuola accompagnati dai servizi sociali. In questo modo, ce li ritroviamo in giro".