REDAZIONE MODENA

"Aggressione tremenda": "Ma movente inventato"

Continua lo scontro tra il legale dell’arrestato e quello della famiglia Neri. Ghini: "Sul reggiseno il dna di Gaaloul non c’era". Zaccaria: "Ora giustizia".

"Aggressione tremenda": "Ma movente inventato"

"Aggressione tremenda": "Ma movente inventato"

"Ritengo incredibile la contestazione dell’aggravante di aver tentato di violentare la signora Alice Neri: la procura non riesce a ricostruire un movente e allora lo inventa, lo ipotizza. Tutti gli elementi sono di segno contrario". L’avvocato Roberto Ghini, legale difensore di Mohamed Gaaloul, unico indagato per il terribile delitto della giovane mamma, interviene sulle contestazioni mosse dalla procura nei confronti del tunisino. "L’unico elemento richiamato riguarda la presenza della spallina del reggiseno sulla quale, ricordo a tutti, era presente il dna di due carabinieri, della vittima e altri frammenti di dna non riconducibili al mio assistito. Tutti gli altri elementi, come implicitamente affermato nella stessa ordinanza cautelare originale, non consentono di affermare l’esistenza di questa tentata violenza carnale". Secondo l’avvocato se la dinamica del delitto venisse confermata, parrebbe indicativa di una possibile premeditazione. "Una furia forse legata a rapporti preesistenti, poco compatibile con la dinamica di due persone che non si conoscevano". Per quanto riguarda la conferma sull’assunzione di cocaina da parte della vittima l’avvocato afferma: "Era noto a tutti da mesi. Auspico che cessi la sterile polemica sollevata da taluni e ci si concentri sui fatti, su quelli accertati e su quelli da accertare. Pare che tale consumo, in sè, non abbia provocato il decesso ma il dato non cessa di avere rilievo: occorre chiedersi con estremo rigore logico, scientifico ed investigativo dove e quando la signora Neri abbia assunto cocaina e se, ad esempio, la sua morte possa in qualche modo essere collegata a questo consumo, ovvero se con questo consumo non abbiano alcun tipo di legame. Tutti gli elementi agli atti spostano il consumo di cocaina ad un momento precedente all’incontro tra la signora Neri ed il mio assistito". L’avvocato Cosimo Zaccaria, che assiste la famiglia della vittima sottolinea: "Le accuse contestate dalla procura, basate su numerose indagini, aggravano ancora di più la posizione del signor Gaaloul e rendono ancora più violenta l’azione compiuta a danno della giovane mamma. Alice con ogni probabilità ha lottato strenuamente contro una aggressione tremenda, in un luogo desolato, al buio, difendendosi da un tentativo di violenza sessuale ad opera del signor Gaaloul. Numerose sono state le coltellate inferte alla povera Alice, di cui è stato fatto scempio carbonizzando il suo corpo. Questo evidentemente per occultare le prove di un femminicidio terribile. Ci attendiamo a breve l’inizio del processo in cui faremo valere le nostre ragioni, dando voce a questa povera mamma, massacrata in modo unico è terribile". Ad intervenire sulla perizia del consulente dei pm, dottor Gatto è poi l’avvocato Antonio Ingroia, legale del marito della vittima Nicholas Negrini. "La perizia conferma quanto era stato anticipato: l’arma del delitto è un coltello che è stato usato con particolare violenza e accanimento sulla vittima. Alice è stata bruciata dopo essere stata uccisa: ciò fa confermare che gli indizi vanno verso un omicidio premeditato. Sarebbe necessario quindi approfondire su chi poteva avere interesse nel premeditare l’omicidio di Alice Neri e se questo sia compatibile con l’impostazione delle indagini".

Valentina Reggiani