"Ai medici scettici: studiate immunologia"

Andrea Cossarizza di Unimore: "La ricerca viaggia a velocità impressionanti, non c’è da stupirsi che si sia già arrivati al vaccino"

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di Giulia Beneventi

Domenica i primi vaccini contro il Covid hanno raggiunto anche le nostre zone, per il simbolico ‘Vaccine Day’. "Finalmente, è una cosa meravigliosa – commenta l’immunologo di fama nazionale e professore Unimore, Andrea Cossarizza –. Un grande successo della scienza e della medicina. Riuscire a creare questi vaccini in pochi mesi e organizzare una vaccinazione in tempi così brevi è un grande risultato per tutti, addetti ai lavori e non".

Questa rapidità suscita scetticismo anche tra i medici?

"Sì, ci sono degli scettici anche in campo medico. A parer mio dovrebbero studiare prima un po’ di immunologia. In certi casi l’informazione, o anche la formazione specifica, purtroppo non raggiunge livelli ottimali, e in generale le persone temono cose che non conoscono".

Cosa direbbe alle persone che non sono convinte?

"E’ fuori dubbio che sia stato fatto tutto a tempi record e, come dico sempre, per sapere come funziona questo vaccino dopo un anno si devono aspettare dodici mesi, non c’è alternativa. Siamo in attesa di sapere cosa accadrà, ma da qui a diventare scettici è un altro paio maniche. Parliamo di metodiche già sperimentate su decine di migliaia di persone, con ottimo grado di sicurezza ed efficacia. Se a febbraio qualcuno avesse detto che a dicembre avremmo cominciato a vaccinare, forse sarei stato scettico anch’io, però nella medicina così come nell’immunologia le conoscenze viaggiano a una velocità spaventosa. Un libro di Immunologia pubblicato 3 o 4 anni fa oggi è già vecchio, ed è un bene che sia così".

Possiamo azzardare un’ipotesi su quando sarà la fine delle vaccinazioni?

"Con certezza non lo sappiamo, il piano del Governo dà una chiusura della fase 4 tra circa un anno con copertura al 90%".

Ci sono categorie per cui è meglio aspettare?

"Nella seconda fase della somministrazione non credo proprio, anzi per chi ha patologie croniche o immunodeficienze la vaccinazione potrebbe essere importante. L’unica controindicazione è la presenza di una infezione virale in atto, come un’influenza o una gastroenterite, o una patologia acuta, per cui è meglio aspettare. Ma questo accade per tutte le vaccinazioni".

Le donne in gravidanza dovrebbero vaccinarsi?

"Da immunologo posso dire che una donna incinta ha un sistema immunitario in qualche modo diverso da una non incinta. Attenzione, non più debole, ma diverso. Al di là di questo le donne incinte si possono vaccinare per evitare molte patologie, quindi perché non farlo per il Covid? Tra l’altro abbiamo riscontrato come le donne in gravidanza abbiano una risposta immunitaria al virus capace di difendere benissimo il loro organismo e non causare la tempesta citochinica e la grave infiammazione sistemica che abbiamo visto fin troppe volte".

Quanto all’eventualità di reazioni allergiche, come quella al polietilenglicole, che interesserebbe il vaccino Moderna?

"Leggendo il bugiardino di un farmaco si trovano descritti numerosissimi possibili effetti collaterali. Non conosco nello specifico la precisa composizione degli eccipienti presenti nel vaccino di Moderna, o della eventuale presenza di Peg, ma ben sappiamo che tutte le sostanze, cibi o farmaci, possono causare delle reazioni allergiche, e i vaccini non fanno eccezione. Vengono somministrati da persone competenti con strumenti adeguati. Ogni medico e operatore somministra ciascuna dose nella consapevolezza che possa presentarsi un’eventuale reazione allergica, tant’è vero che una volta fatto il vaccino bisogna aspettare un po’ di tempo prima di andarsene. Questo succede per tutti i vaccini".

Lei si è già vaccinato?

"No ma spero di esserlo il prima possibile, ovviamente quando sarà il mio turno. Il mio braccio è pronto!".