
La Procura reggiana ha richiesto l’aggravamento della misura, ottenendo dal Gip di Reggio Emilia l’applicazione, nei confronti dell’uomo, della misura cautelare in carcere
Carpi (Modena), 14 marzo 2025 – “Se la uccido, mi dai una mano a nascondere il corpo? Oppure mi trovi qualcuno che costi poco e che occulti il cadavere?”. Sarebbe questa l’agghiacciante richiesta fatta da un operaio 51enne di Carpi ad un amico al quale, appunto, l’uomo avrebbe confidato di voler uccidere l’ex fidanzata. Il carpigiano, incensurato e dal 10 febbraio scorso sottoposto alla misura cautelare del divieto di avvicinamento alla vittima e al divieto di accesso all’intero territorio di Reggiolo, dove la donna vive, è finito in carcere. L’amico dell’indagato, infatti, a seguito di quella pericolosa confidenza si è subito rivolto ai carabinieri denunciandolo.
La Procura reggiana ha richiesto immediatamente l’aggravamento della misura, ottenendo dal Gip di Reggio Emilia l’applicazione, nei confronti dell’uomo, della misura cautelare in carcere. Infatti non solo il 51enne avrebbe esternato propositi omicidiari nei confronti della vittima ma – in base agli accertamenti svolti dai militari – avrebbe violato le prescrizioni cautelari alla quale era sottoposto, continuando a contattare la donna insistentemente, ‘ricoprendola’ di insulti e minacce.
Era stata proprio la donna, un po’ più giovane dell’indagato a sporgere denuncia, temendo per la propria incolumità. Infatti l’indagato aveva iniziato a molestarla e minacciarla ripetutamente pare al termine di una relazione.
Le aggressioni erano state inizialmente verbali, con raffiche di messaggi contenenti insulti e minacce di morte, appostamenti sotto casa ma anche violenze. Infatti l’operaio era arrivato a fratturarle una costola, dopo averla afferrata per i capelli. In un altro episodio, avrebbe anche tentato di strangolarla. Da qui la misura del divieto di avvicinamento all’abitazione della donna e ai luoghi da lei frequentati, mantenendo una distanza minima di 1500 metri. All’indagato era stato anche fatto divieto di comunicare con la vittima attraverso qualsiasi mezzo, direttamente o per interposta persona e nei suoi confronti era stata disposta l’applicazione del braccialetto elettronico.
A distanza di un mese, però, il 51enne, secondo le indagini non solo avrebbe continuato a telefonare insistentemente alla vittima, chiedendole di ritirare la denuncia ma si sarebbe appunto rivolto all’amico, confidandogli di volersi liberare dei sistemi di controllo a distanza per avvicinarsi alla donna e ucciderla.
“Mi serve aiuto o un contatto a basso costo per nascondere il cadavere” gli avrebbe detto. L’amico, dopo aver ricevuto tali gravi confidenze ha però subito avvisato i carabinieri di Reggiolo che, a seguito di risvolti investigativi, hanno informato la procura. Il gip ha quindi disposto nei confronti del 51enne la sostituzione dell’attuale misura del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa e del divieto di dimora, con l’applicazione della misura cautelare in carcere. L’operaio carpigiano mercoledì mattina è così finito in manette.
Contestualmente è stato sottoposto a sequestro il cellulare dell’indagato, secondo il quale sarebbe stata la vittima a contattarlo. Le indagini sono ancora in corso. L’avvocato di fiducia del 51enne, Monica Storchi afferma. “Il mio assistito è incensurato. Abbiamo dubbi sulla concretezza del presunto piano criminoso. Nei prossimi giorni si terrà l’interrogatorio di garanzia”.