
Può Modena, e più in generale l’Emilia Romagna, vivere e far vivere di turismo? Un’ulteriore conferma in positivo arriva dall’esperienza personale di Giulia Tamarri (nella foto), spilambertese di origini castelfranchesi (è orgogliosa di appartenere alla patria del tortellino) che, alla soglia dei suoi primi quarant’anni durante i quali si è laureata in lingue e letterature straniere e ha trascorso una decina d’anni all’estero, è rientrata in Italia e ha fondato un proprio marchio, "Travel with rezdora" (Viaggio con la rezdora), grazie al quale propone a turisti esclusivamente stranieri esperienze volte alla scoperta delle eccellenze enogastronomiche locali. Oggi, racconta al Carlino come sta andando.
Giulia, innanzitutto come nasce l’idea di Travel with rezdora?
"Ho lavorato per anni, e lavoro tuttora, con agenzie di viaggi americane, che propongono ai loro clienti intenzionati a visitare il nostro Paese diverse mete turistiche, nessuna delle quali in Emilia Romagna. Così, ho deciso in qualche modo di rimediare…in proprio".
Quando è nato questo progetto?
"Nel 2022, ma è frutto dell’esperienza del Covid. Quando infatti, nel 2020, sono rimasta senza lavoro a causa della pandemia, ho sfruttato le diverse opportunità di corsi gratuiti proposti dalla Regione Emilia Romagna, alla quale mi sentirò sempre grata e della quale vorrei essere sempre di più una ambasciatrice, per sviluppare diverse competenze. Ho frequentato così un corso dedicato al social media marketing, uno sui parchi regionali e, infine, quello che mi ha cambiato la vita: "Tecnico esperto delle tipicità enogastronomiche", gestito dalla Scuola Alberghiera di Serramazzoni".
Come si è poi sviluppata la sua iniziativa?
"Ho aperto un sito internet, https:travelwithrezdora.com, e una pagina Instagram, attraverso le quali mi metto appunto a disposizione come accompagnatrice di turisti stranieri (esclusivamente stranieri!) per andare alla scoperta delle eccellenze enogastronomiche emiliano romagnole, dal Parmigiano Reggiano all’Aceto Balsamico Tradizionale, dal Lambrusco al Pignoletto, passando ovviamente anche per il prosciutto e i tortellini, solo per citare alcune specialità. Li porto a visitare le piccole realtà artigianali e le persone che custodiscono i "segreti" di questi prodotti".
Da quando ha aperto la sua attività, quanti turisti ha accompagnato?
"Ho superato il centinaio, soprattutto tra americani e australiani. Ma sono contenta perché adesso si sta sviluppando anche il passaparola e mi fa molto piacere, nell’arco del 2023, avere ricevuto 49 recensioni a 5 stelle su Google".
Cosa cerca il suo turista-tipo?
"Solitamente si tratta di persone che vanno alla ricerca della genuinità e della autenticità. Ad esempio, rimangono a bocca aperta quando imparano come si fanno i tortellini e apprendono che, nel ripieno, ci sono almeno cinque diversi ingredienti di così grande qualità".
Marco Pederzoli